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Meraviglie di legno Le antiche chiese del Maramures, Romania

C’è poca gente a Bârsana, ed in fondo perché mai dovrebbero esserci turisti in un paesino di cinquemila abitanti stretto tra le montagne nel Nord della Romania?

Patrimonio dell’ Umanità è la risposta: Le chiese in legno di Maramures sono esempi eccezionali di architettura religiosa vernacolare in legno risultante dallo scambio di tradizioni religiose ortodosse con influenze gotiche in una specifica interpretazione vernacolare delle tradizioni di costruzione in legno, che mostra un alto livello di maturità artistica e abilità artigianali.

Questo dice l’ UNESCO sul suo sito.

Ma andiamo per ordine.

Siamo nel Maramures, regione montagnosa ed agricola della Romania settentrionale. Zona ricca di legno, ma così ricca che ancora oggi non scarseggia, dopo secoli e secoli di sfruttamento.

Di legno sono fatti gli elaborati portali tradizionali, e di legno sono le chiese più antiche di questi paesi; ma proprio tutte di legno, chiodi compresi. Non c’è un pezzo di metallo.

Rappresentano la risposta del popolo alla proibizione che fu fatta dall’ impero austro-ungarico, che al tempo regnava su queste terre, di erigere chiese ortodosse in pietra.

L’ impero non voleva formalmente discriminare le religioni, ma aveva indubbiamente un occhio di riguardo per quella Cattolica; il divieto però servì a poco, almeno da queste parti. Testarda resistenza al potere costituito e sincera fede religiosa si unirono a generare queste chiese che rimandano a tradizioni millenarie e che hanno una sconcertante somiglianza con le stavkirke norvegesi.

Ce ne sono un centinaio, di queste chiese, sparse nei villaggi della zona. Sono antiche e di grande fascino. In aggiunta al loro peculiare aspetto esterno, all’ interno conservano spesso affreschi e dipinti di valore.

Otto sono così particolarmente belle da essere state inserite nella lista del Patrimonio dell' Umanità dell' UNESCO. Sono tutte qui, tra queste valli: Bârsana, Budești, Desești, Ieud, Plopiș, Poienile Izei, Rogoz, Șurdești.

Ne visito quattro in un qualsiasi giorno d’ autunno, ma deve trattarsi comunque di un giorno particolare, di quelli fortunati che capitano raramente nella vita.

Ogni chiesa visitata è senza folla; la visita è rilassata, sono solo, devo telefonare ai guardiani per chiedere di aprirle, posso muovermi liberamente, senza lo stress dei visitatori che ti spintonano.

Interni scuri ed accoglienti invitano alla meditazione, mentre dalle pareti antiche immagini dipinte sembrano osservarti e muoversi alla luce delle candele.

La vecchia chiesa di Bârsana sorge, circondata da alberi, in cima ad una collina, ma non è stata costruita lì. Fu realizzata a valle nel 1720, ma più o meno un secolo dopo fu spostata in cima alla collina che ospitava le fosse comuni delle vittime dell’ epidemia di peste. La gente del posto credeva che le loro anime, private di un funerale a fine vita, avrebbero trovato pace solo avendo la chiesa accanto.

Col tempo attorno alla chiesa si è sviluppato un sito monastico, con edifici ed altari sempre realizzati in legno, ed infine negli anni 80 del secolo scorso, accanto a questa vecchia chiesa ne fu costruita un’ altra, sempre in legno, più imponente.

Qui l' atmosfera di calmo raccoglimento degli altri siti in parte si si perde; non c'è un piccolo cimitero intorno all’ edificio sacro, ma ristoranti e negozi di souvenirs. Però, come dicevo, è il mio giorno fortunato, e turisti ce ne sono pochi. Il prete della chiesa può mantenere la sua concentrazione passeggiando per i vialetti deserti.

Ieud è un paesino di quattromila abitanti, ma di chiese lignee ne ha ben due. La più antica risale al XVII secolo ed all’ interno contiene dipinti su legno realizzati da un pittore itinerante; sono ingenui e suggestivi.

A Poienile Izei c’è la chiesa più vecchia dell’ area, ma anche la meglio conservata. Risale agli inizi del ‘600, forse anche prima, e gli interni sono dipinti con scene molto realistiche di punizione per i peccati sommessi….compreso quello di addormentarsi mentre il prete dice messa!

Per la verità le chiese visitate non sono quattro, ma cinque. La chiesa di Botiza è solo a pochi chilometri da Poienile Izei, ed è l’ unica di quelle visitate che non fa parte della lista UNESCO. E’ però un’ altra rappresentante della categoria delle chiese itineranti. Non fu infatti originariamente costruita qui ma a Vișeu de Jos, circa due secoli prima del suo trasferimento. Col tempo anche qui attorno alla chiesa é sorto un monastero che dona al luogo una particolare atmosfera di sonnolento raccoglimento.

A Surdesti sorge la chiesa più meridionale della zona, che è anche quella che ha il campanile più alto.

Le chiese sono abbastanza piccole, ma i campanili, quelli sono giganteschi ed altissimi. Questo misura 72 metri, si innalza altissimo fin quasi a farti chiedere come faccia la bassa costruzione sotto a reggerne il peso.

Sono chiese molto belle, suggestive, impressionanti per l’ abilità dei carpentieri nel realizzare strutture così altre utilizzando solo legno. E visitarle significa avere l’ occasione di immergersi nel paesaggio e nelle tradizioni del Maramures, regione di contadini e montanari, ancora legata agli antichi costumi, ancora povera anche per gli standard rumeni. Qui il mezzo di locomozione preferito è il carretto a cavalli e non è raro imbattersi in viandanti vestiti con i vestiti tradizionali. Non vanno ad una sagra, è proprio così che si vestono!

La luce del sole autunnale è abbagliante uscendo dalla penombra mistica di una queste chiese; mentre ci dirigiamo di nuovo verso l’ automobile e costeggiamo una casa con giardino noto una serie di pentole e contenitori variopinti inseriti a testa in giù sui rami secchi di un albero.

“Qui abita una ragazza in età da marito” mi dice Daniel

“Conosci la famiglia?”

“No”

“E allora come fai a saperlo?”

“Per via di quei contenitori capovolti. Qui hanno un significato speciale. Se quello in cima è rosso, la madre sta facendo sapere a tutti che sua figlia cerca marito”

“Beh allora sarebbe meglio incollarci una foto della ragazza, sulla brocca rossa” scherzo io, ben sapendo che in paesi così piccoli ed isolati tutti conoscono tutti, e non c’è certo bisogno di una foto per sapere chi abita in quella casa.

Created By
Giuseppe Maria Galasso
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