La scrittura delle emozioni il diario

DIARIO - Anne Frank

Domenica, 14 giugno 1942

Venerdì 12 giugno ero già sveglia alle sei: si capisce, era il mio compleanno! Ma alle sei non mi era consentito d'alzarmi, e così dovetti frenare la mia curiosità fino alle sei e tre quarti. Allora non potei più tenermi e andai in camera da pranzo, dove Moortje, il gatto, mi diede il benvenuto strusciandomi addosso la testolina.

Subito dopo le sette andai da papà e mamma e poi nel salotto per spacchettare i miei regalucci. Il primo che mi apparve fosti tu, forse uno dei più belli fra i miei doni. Poi un mazzo di rose, una piantina, due rami di peonie: ecco i figli di Flora che stavano sulla mia tavola quella mattina; altri ancora ne giunsero durante il giorno. Da papà e mamma ebbi una quantità di cose, e anche i nostri numerosi conoscenti mi hanno veramente viziata. Fra l'altro ricevetti un gioco di società, molte ghiottonerie, cioccolata, un puzzle, una spilla, la Camera obscura, le Saghe e leggende olandesi di Joseph Cohen, le Vacanze in montagna di Daisy, un libro straordinario, e un po' di denaro, così che mi potrò comprare i Miti di Grecia e di Roma. Che bellezza!

DIARIO DI UNA SCHIAPPA - Jeff Kinney

SETTEMBRE

Sabato

I grandi parlano sempre dei “bei tempi” di una volta e di come le cose andavano molto meglio quando erano piccoli LORO.

Ma secondo me sono solo invidiosi perché la MIA generazione ha un sacco di tecnologia fantastica e di cose che ai tempi loro neanche esistevano.

Credetemi, sono sicuro che, quando avrò dei figli io, mi comporterò esattamente come fanno ADESSO i miei genitori.

Mamma continua a dire che era bellissimo quando LEI era più giovane, perché in città si conoscevano tutti ed era come una grande famiglia.

Ma a ME non sembra per niente bello. Io ci tengo alla mia intimità tengo alla mia intimità e non mi va che la gente si faccia i fatti miei.

Mamma dice che il problema della societa` di oggi e` che tutti vanno in giro con gli occhi incollati a uno schermo e nessuno si prende il tempo di conoscere la gente che gli vive intorno.

Io, pero`, non la penso come lei a questo proposito. Personalmente credo che un po’ di distanza sia un’OTTIMA cosa.

CUORE - Edmondo de Amicis

OTTOBRE

Il primo giorno di scuola

17, lunedì

Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s'accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: - Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? - Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole. Entrammo a stento. Signore, signori, donne del popolo, operai, ufficiali, nonne, serve, tutti coi ragazzi per una mano e i libretti di promozione nell'altra, empivan la stanza d'entrata e le scale, facendo un ronzio che pareva d'entrare in un teatro. scale, facendo un ronzio che pareva d'entrare in un teatro. con le porte delle sette classi, dove passai per tre anni quasi tutti i giorni.

IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA - Luigi Bertelli

20 SETTEMBRE, mercoledì

Ecco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del calendario d'oggi, che segna l'entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo. Ecco intanto la nota dei regali avuti finora:

l.° Una bella pistola da tirare al bersaglio che mi ha dato il babbo;

2.° Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia sorella Ada, ma di questo non me ne importa nulla, perché non è un balocco;

3.° Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l'occorrente e che si smonta e diventa un bastone che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io vado matto per la pesca;

4.° Un astuccio con tutto l'occorrente per scrivere, e con un magnifico lapis rosso e blù, regalatomi da mia sorella Luisa;

5.° Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il migliore di tutti.

Ah sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello, dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quello che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela verde e tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire! Ed era tanto che mi struggevo di avere un giornalino mio, dove scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima d'andare a letto, coi capelli sulle spalle e mezze spogliate, stanno a scrivere delle ore intere.

Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ragazze!

Io, invece, non so più che cosa dire; e allora come farò a riempire tutte le tue pagine bianche, mio caro giornalino?

Mi aiuterò con la mia facilità di disegnare, e farò qui il mio ritratto come sono ora all'età di nove anni finiti.

DIARIOCUORE - Anna Lavatelli, Anna Vivarelli

Inaugurazione di questo nostro MERAVIGLIOSO diario. Ci vorrebbero delle candeline per festeggiare questa occasione. Ma per evitare di mandare tutto a fuoco mi limiterò a disegnarle.

Due candeline perché io e te siamo due, no?

Finita l’inaugurazione (è stata una cerimonia bellissima, davvero commovente...) voglio prima di tutto dire che hai avuto un’idea geniale. Dopo che il mondo intero ha complottato contro di noi, il nostro quaderno sarà la nostra RIVINCITA. Ancora non riesco ad accettare il fatto che ci abbiano SEPARATE. Insomma, noi due stavamo insieme dall’asilo! E quindi la mia teoria del complotto è validissima, e non mi rassegno proprio. Io non mi rassegno mai. Colgo l’occasione per esprimere tutto il mio dolore, perché a quel preside cosa costava metterci nella stessa classe? Visto che le nostre madri avevano espressamente richiesto la sezione C, perché io sono finita nella D? Niente. Ecco perché si tratta di un complotto, ma noi reagiremo e sarà una reazione TERRIBILE. La scuola media statale ‘Vittorio Alfieri’ dovrà ricordarsi di noi. A lungo. Molto a lungo. Pure troppo.

Ascolta il mio cuore - Bianca Pitzorno

SETTEMBRE

Capitolo primo

Dove facciamo conoscenza di Prisca, una delle tre eroine di questa storia.

E della sua tartaruga.

Quando era piccola, Prisca si era sempre rifiutata di imparare a nuotare con la testa sott'acqua, come pretendevano suo padre e suo nonno. Era convinta che il mare, attraverso i buchi delle orecchie, potesse entrarle nel cervello. E un cervello annacquato, si sa, funziona male. Forse che il nonno, quando lei non capiva al volo qualcosa, non le diceva spazientito: – Ma ti è andato in brodo il cervello?

Per lo stesso motivo Prisca non voleva mai tuffarsi dalla barca o dal molo, come facevano suo fratello Gabriele e gli altri bambini. E, naturalmente, c'era sempre qualche dispettoso che mentre lei nuotava tranquilla con il mento sollevato, le arrivava zitto zitto alle spalle, le metteva una mano sulla testa e la cacciava sotto.

Quanti pianti si era fatta! Di paura, ma soprattutto di rabbia impotente. Tanto più che quando andava a protestare dalla madre sotto l'ombrellone, quella, invece di difenderla o consolarla, la sgridava: – Non sai stare agli scherzi. Sei troppo permalosa. In fondo cosa ti hanno fatto? Finirai per diventare lo zimbello della spiaggia.

Credits:

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