MATERA I sassi

I Sassi rappresentano la parte antica della città di Matera.

Sviluppatisi intorno alla Civita, costituiscono una intera città scavata nella roccia calcarenitica, chiamata localmente “tufo”, un sistema abitativo articolato, abbarbicato lungo i pendii di un profondo vallone dalle caratteristiche naturali singolari e sorprendenti: la Gravina. Strutture edificate, eleganti ed articolate si alternano a labirinti sotterranei e a meandri cavernosi, creando un unicum paesaggistico di grande effetto.

Il sovrapporsi di diverse fasi di trasformazioni urbane sull’aspra morfologia murgica originaria, il raffinato dialogo tra rocce ed architettura, canyon e campanili, ha creato nel corso dei secoli uno scenario urbano di incomparabile bellezza e qualità.

Un tempo cuore della civiltà contadina, oggi, ristrutturati e rinobilitati, i Sassi rivivono e lasciano senza fiato soprattutto di sera quando le piccole luci di residenze, botteghe di artigiani e ristoratori li rendono come un presepe di cartapesta.

I Sassi si compongono di due grandi Rioni: Sasso Barisano e Sasso Caveoso, divisi al centro dal colle della Civita, l'insediamento più antico dell'abitato materano, cuore della urbanizzazione medioevale.

La Civita è uno dei luoghi di insediamento più antichi di Matera, una vera fortezza naturale che nel tempo è divenuta il centro della vita sociale, economica, politica e religiosa della città. Tra il 1230 e il 1270 vi fu edificata la Cattedrale in stile romanico-pugliese.

Il moderno centro storico di Matera è noto come “il Piano”, qui hanno trovato collocazione palazzi e chiese che testimoniano le tendenze architettoniche succedutesi dalla fine del Seicento fino a tempi più recenti.

Facciate rinascimentali e barocche si aprono su cisterne dell’VIII secolo, trasformate in abitazioni. Alcuni ipogei sono stati scavati a più riprese fino agli anni cinquanta, altri murati e dimenticati, nascosti nei fianchi della collina. Il Palombaro lungo, l’immenso serbatoio d’acqua sotto piazza Vittorio Veneto, ha delle sezioni costruite tremila anni fa, mentre le più recenti sono del 1700, tutto questo fa parte del Piano della città di Matera.

Forse non in molti hanno sentito parlare della Matera sotterranea, una vera e propria città antica parzialmente visitabile e venuta alla luce durante i lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto, la piazza centrale di Matera.

La storia della città dei Sassi si compone di tantissimi capitoli, lungo un continuum di oltre 9000 anni. Una storia lunga e gloriosa che ne fanno la terza città più antica del mondo. Non dovrebbe sorprendere, dunque, il fatto che esista una parte della città sotterranea, testimonianza di quello che è stata in tempi remoti.

Si tratta di uno spazio molto vasto, di circa 5000 mq e al quale si accede proprio da Piazza Vittorio Veneto. Gli ipogei comprendono abitazioni, botteghe, chiese rupestri, una torre medievale (che avrebbe dovuto far parte del Castello Tramontano), e una serie di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. E proprio l’elaborato sistema di raccolta delle acque, denominato Palombaro, è la parte più vasta attualmente visitabile.

Si tratta di una serie di cisterne collegate le une alle altre e scavate nella roccia nel corso dei secoli dai nostri antenati: avevano la funzione di convogliare l’acqua piovana in condotte comuni, depurarle dalle impurità e poi consentirne la raccolta agli abitanti dei Sassi. Vi erano, infatti, alcuni punti di raccolta comune, dei veri e propri pozzi nei vicinati o nelle piazze, dove i materani si recavano con dei secchi e si rifornivano dell’acqua che occorreva per svolgere le normali attività quotidiane. Ricordiamo che i Sassi, essendo abitazioni scavate nel tufo, non erano dotate di servizi idrici in casa nè tanto meno dei servizi fognari. Occorreva, quindi, approvvigionarsi dell’acqua in qualche modo, e i materani avevano nel corso dei secoli elaborato questo sofisticato ed efficiente metodo di raccolta e distillazione dell’acqua piovana per ottemperare nel migliore dei modi a questo limite.

La scoperta del Palombaro è stata una piacevolissima sorpresa per gli stessi addetti ai lavori: negli anni ’90 fu ritrovata ancora con un abbondante livello di acqua presente, tanto che i primi sopralluoghi furono fatti con l’ausilio di piccoli gommoni. Successivamente le cisterne sono state svuotate e sono state allestite delle passerelle per consentirne le visite. Attualmente, come accennato prima, sono ancora in corso dei lavori di messa in sicurezza delle restanti zone degli ipogei così da renderli interamente ammirabili e visitabili.

Il primo palazzo edificato sul "Piano", tra il 1668 e il 1672, fu il seminario diocesano Lanfranchi, tra gli altri edifici spiccano la chiesa del Purgatorio in stile tardo-barocco, quella di San Giovanni Battista uno dei gioielli architettonici di Matera, e quella barocca di San Francesco d'Assisi.

Il Rione Sasso Caveoso è caratterizzato oggi da un aspetto antico soprattutto nela zona finale che confluisce in Via Casalnuovo. E' una parte che si sviluppa prevalentemente con abitazioni quasi competamente scavate nella roccia e perlopiù rimaste intatte rispetto al passato.

La grande Piazza omonima, con la chiesa di San Pietro Caveoso, recentemente ristrutturata, permette di ammirare il panorama della Gravina e la schiera di case e grotte, arroccate le une sulle altre e attraversate dalla strada principale, Via B. Buozzi.

La piazza, specie nella stagione estiva, prende vita, animata dal via vai di gruppi di turisti e materani e da molte manifestazioni musicali o teatrali e da bar con tavolini all'aperto. Percorrendo Via Madonna delle Virtù e costeggiando la Gravina di Matera di arriva al Rione Sasso Barisano che attualmente risulta quasi completamente ristrutturato e ospita numerose strutture ristorative e alberghiere oltre che diverse attrattive turistiche come la ricostruzione dei Sassi in miniatura e il Museo della civiltà contadina. Con le nostre visite guidate potrete scoprire tutto il fascino di questo fantastico sito dichiarato nel 1993 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità enominato Capitale europea della Cultura per il 2019.

Credits:

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