MILK WAY fotografare la via lattea - postproduzione

L'arco della Via Lattea è senza dubbio uno degli spettacoli più emozionanti che il cielo ci possa offrire, ma per fotografarlo bene è necessario programmare con cura l'uscita e mettere in pratica tutta una serie di accorgimenti tecnici sia in fase di scatto che di postproduzione. Innanzi tutto bisogna trovare un posto con poco o meglio privo del tutto, di inquinamento luminoso. Un buon punto di partenza è consultare le mappe dell'inquinamento luminoso prima di recarci in un posto. I bagliori luminosi di città, paesi e strade durante le lunghe esposizioni necessarie per fotografare le stelle, finiscono inevitabilmente per rovinarci gli scatti. Oltre a ciò un ruolo fondamentale è giocato dal meteo. Un cielo terso e limpido è indispensabile e per questo ci vengono in aiuto vari siti di previsioni ma soprattutto c'è un utilissimo sito che ci permette di valutare le previsioni della visibilità stellare. Il sito è www.meteoblu.com . La comprensione dei grafici non è proprio immediata, ma essendo uno strumento professionale i dati sono molto attendibili. Riguardo strettamente la visibilità notturna c'è la sezione SEEING, che riporta appunto le previsioni di visibilità e nuvolosità di un determinato luogo. L'accesso alle previsioni è a pagamento, ma la parte di consultazione del giorno in corso è ad accesso gratuito.

Per programmare un uscita fotografica alla via lattea ci vengono in aiuto anche varie app studiate per gli astrofili ma tornano utili anche ai fotografi. Tra tutte spicca per completezza di informazioni e utilità PhotoPills. Non è gratuita e richiede un po di studio per sfruttarla al meglio ma ci permette di programmare con precisione la nostra uscita. Soprattutto ci permette di sapere quale sarà l'elevazione della via lattea sull'orizzonte e quindi di pensare a come e dove inquadrarla in un determinato contesto.

Infatti, per quanto sia affascinante la via lattea, fotograficamente parlando assume molta più forza se riusciamo a contestualizzarla in un bel paesaggio. Anche se è possibile in certe condizioni fotografare il cielo e il contesto generale in un unico scatto, come minimo il cielo stellato e il soggetto terrestre andranno gestiti in modo differente . Quindi preferibilmente utilizzeremo la tecnica degli scatti multipli montati poi in postproduzione.

  • Il primo piano, di solito un soggetto terrestre, necessita assolutamente di tempi lunghi e di più luce per essere esposto correttamente e di iso bassi per limitare il rumore digitale, il cielo invece ha biosogno di parametri e regolazioni diverse, come tempi relativamente brevi per subire meno gli effetti della rotazione terrestre e iso alti, per questo ci troveremo almeno due file, uno con esposzione per il cielo e l’altro con esposizione per il primo piano.

Il soggetto terrestre: bisogna distinguere se si tratta di un soggetto statico come rocce, alberi, costruzioni o manufatti o se si tratta di soggetto in movimento come un animale o un essere umano. Nel caso di un soggetto in movimento potremmo ricorrere ad un colpetto di flash off camera e non sincronizzato e questo eventualmente anche nello stesso scatto del cielo stellato. Se invece si tratta di un soggetto statico allora andremo in cerca della massima nitidezza tenendo tranquillamente gli iso bassi e diaframma e tempi come richiesti dalla situazione. Anche la tecnica del light painting si presta molto in questo contesto

flash off camera
  • Il cielo: dovremo cercare di evitare che la rotazione terrestre provochi nell'immagine delle stelle le piccole scie. Per questo si ricorre alla molto approssimativa regola del 600 (vedi sotto), iso alti: di partenza 1600. messa a fuoco (vedi sotto). diaframma alla massima apertura, spegnere lo stabilizzatore. Usare lo scatto remoto, il ritardo di scatto di 2 secondi o l'autoscatto ridurre le possibili vibrazioni. Attivare il mirror-up. Molte fotocamere quando si scatta in " Live view" cioè attraverso lo schermo automaticamente alzano lo specchio per limitare le vibrazioni. Scattare in RAW e impostare il bilanciamento del bianco in tugsteno per avere una migliore anteprima. Molte fotocamere danno la possibilità di attivare modalità di riduzione del rumore automatiche NR (noise reduction). Di solito si possono attivare o per le lunghe esposizioni o per l'uso di alti ISO. Bisogna tenere presente che praticamente questo allunga molto il tempo di elaborazione del file perchè ad ogni scatto ad esempio di 30 secondi, la macchina utilizza altri 30 secondi per ridurre il rumore. Il vantaggio è però quello di avere subito un file più pulito. Il consiglio è quello di attivare l'NR solo per gli alti ISO.

Regola del 600  E' necessario usare un tempo di posa sufficientemente veloce da evitare di registrare il movimento delle stelle nella foto. Questa impostazione varia sensibilmente, in funzione della lunghezza focale dell'obiettivo e della macchina che si sta usando e della distanza dalla stella polare attorno alla quale ruotano tutte le stelle. Molti fotografi adottano la regola del 600 per determinare approssimativamente il tempo di posa. "dividere per 600 (o meglio per 350) la lunghezza focale dell'obiettivo" con un 20 mm. 600/20= 30 secondi. E' una regola molto grossolana.

La messa a fuoco: nel buio della notte è uno dei problemi principali da risolvere per fotografare le stelle. L'autofocus è spesso inutilizzabile perchè la macchina non riesce ad agganciare nessun punto sufficientemente luminoso sull'infinito. Gli utilizzatori di Canon possono contare su un live view molto luminoso per cui riescono a volte a mettere a fuoco con scarsa luce direttamente aumentando l'ingrandimento al 100% nel live view . Gli utilizzatori di Nikon e altre marche non possono contare su un Live view altrettanto luminoso e quindi si ricorre ad altri metodi. Si può ricorrere all'iperfocale che è quel punto oltre al quale ogni obiettivo e ad ogni diaframma mette tutto a fuoco e quindi illuminare con una torcia quel punto che con un grandangolo di solito si trova a pochi metri mettere a fuoco. Putroppo però Il concetto di iperfocale è più teorico che pratico e delle semplici prove di giorno possono mostrarci che l'infinito e il punto di iperfocale non sono proprio coincidenti come messa a fuoco. Un sistema empirico ma estremamente preciso è quello di memorizzarsi di giorno in piena luce il punto dell'infinito perfetto che ogni ottica ha, (se è uno zoom il punto sarà diverso ad ogni lunghezza focale). Comodo è fotografare con il telefonino la finestrella dell'obiettivo. oppure prender nota . Poi di notte con la pila frontale sarà facile ritrovare il punto di messa a fuoco anche nella più completa oscurità. In ogni caso, una volta trovato il punto è sempre meglio spegnere l'autofocus per evitare che la macchina se lo cerchi da sola.

Postproduzione del cielo Innanzi tutto in camera raw o nella fase di sviluppo in Lightroom, queste sono le impostazioni di riferimento:

  • esposizione: aumentare un po in base al file
  • contrasto +45
  • luci -70
  • bianchi +40
  • vividezza +40
  • nitidezza: alzare un po
  • se serve ridurre la tonalità giallo/arancio di eventuale inquinamento luminoso con il filtro graduato.

Apriamo il file in PHOTOSHOP e puliamo il file da eventuali scie di aerei o stelle cadenti clonadole o usando cerotto o toppa. Applichiamo una maschera di contrasto (dal filtro nitidezza) con valori 70% pixel 3 soglia 0. Poi sfruttiamo i plugin Nick Software (scaricabili gratuitamente da Google) secondo questa sequenza: filtro "Dfine" per diminuire il rumore lasciandolo agire in automatico con l'avvertenza di escluderlo (maschera bianca e pennello nero sul livello) nel nucleo galattico e in ogni zona che vogliamo abbia molto contrasto. Poi Viveza2 posizionando vari punti di controllo lungo la via lattea. Nei punti di controllo andremo andremo ad aumentare luminosità, contrasto, di molto la saturazione, non aumenteremo la struttura (chiarezza in camera Raw) perchè alza moltissimo il rumore, diminuiremo le ombre, aumentermo lievemente il rosso, verde e blu e la tinta.

Questi i parametri di riferimento di Viveza2:

  • luminosità +15
  • contrasto +40
  • saturazione +80
  • struttura 0
  • ombre +40
  • temperatura: aumentarla a discrezione
  • tinta 0 oppure attribuire colore a discrezione

Se avremo zone con dominanti di colore troppo evidenti come il blu del cielo o il giallo da inquinamento luminoso interveniamo con la correzione selettiva colore (menu livelli).

Se abbiamo la zona dell'orizzonte troppo luminosa possiamo usare scherma e brucia per regolarla: andando a selezionare lo strumento “brucia” con una esposizione dell’8 % o comunque molto ridotto e intervallo in “luci”, ci preoccupiamo di fare un lavoro il più uniforme possibile, andando a sfumare in maniera graduale, passando lo strumento più volte nella parte molto luminosa e meno nella parte esterna del chiarore. Infine un livello di regolazione valori tonali o curve darà il tocco finale.

Unione degli scatti Una volta ottenuto il file del cielo e il file dello sfondo o del soggetto in primo piano che ci soddisfano, li apriremo in Photoshop come livelli uno sull'altro e con maschera e pennello ( o meglio con sfumatura) cercheremo il giusto mix dell'uno e dell'altro.

Arco intero della via lattea

Per riuscire a fotografare l'arco intero della via lattea sarà necessario programmare l'uscita fotografica in una notte in cui la via lattea non sia troppo alta allo zenit ma bassa sull'orizzonte. A meno che non si disponga di un grandangolo veramente estremo, sarà indispensabile fare una panoramica di alcuni scatti e montarli in postproduzione. Per un risultato ottimale sarà necessario che il nostro treppiede abbia una testa panoramica che consente di muovere la fotocamera lungo un preciso piano evitando errori di paralasse e facilitandoci l'unione degli scatti.

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cesare sent
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