Apertura e Indirizzi di saluto e interventi della Soprintendente Dott.ssa Panvini, della Dirigente Scolastica del Liceo scientifico "O.M. Corbino" Prof.ssa Fronte, del Vice Sindaco Assessore alle politiche culturali Dott. Italia, del Presidente del Rotary Club di Siracusa Dott. Giudice e del Presindente UICI della sez. di Siracusa Dott. Di Martino
Riccardo Barbarisi al violoncello e Alexander Castagna al violino eseguono i brani: Squire, Danza Rustica -Beethoven, Sonata - Anonimo, Terra Francese, , Saluto d'amore e Vivaldi, Adagio dal concerto op. 3
Dopo un'introduzione sul poeta e sull'opera, inizia la lettura a più voci, in lingua originale e in traduzione italiana, dei versi dell'"Ode su un'urna greca" di John Keats
"ODE SU UN'URNA GRECA" di John Keats (1819)
Tu sposa della quiete, ancora inviolata,
tu figlia adottiva del Silenzio e del lento Tempo,
narratrice delle selve, che puoi quindi narrare
una raffinata storia più dolcemente di quanto fanno le mie rime:
quale leggenda vive, ornata di foglie, nelle tue forme
di divinità e mortali, o entrambi,
a Tempe o nelle vallette d’Arcadia?
Che uomini e che dei sono questi? Quali fanciulle ritrose?
Quale folle ricerca? Quale tentativo di fuga?
Quali flauti e tamburi? Quale estasi selvaggia?
Le melodie udite son dolci, ma quelle che non si sentono
lo sono ancora di più; quindi, dolci flauti,
continuate a suonare, non per il l’udito, ma, ancora più caro,
suonate per lo spirito canzoni senza suono:
bel giovane, sotto gli alberi, non puoi cessare
la tua canzone, né mai saranno spogli quegli alberi;
amante audace, non potrai mai, mai baciarla
anche se sei così prossimo al tuo obiettivo - eppure, non temere;
lei non può scomparire, anche se non raggiungi la tua gioia,
tu amerai per sempre, e lei sarà per sempre bella.
Ah felici, felici rami! Che non potete perdere
le foglie, e non direte mai addio alla primavera;
e, felice suonatore, mai stanco,
che intonerai per sempre musiche sempre nuove;
ancor più felice amore! Più felice, felice amore!
Per sempre caldo e ancora da godere,
per sempre ansimante, e per sempre giovane;
siete superiori a ogni viva passione umana,
che lascia il cuore afflitto e nauseato,
la fronte in fiamme, e la lingua arida.
E chi sono costoro che vanno al sacrificio?
A quale verde altare, oh sacerdote misterioso,
conduci quella giovenca che muggisce al cielo,
coi lisci fianchi adornati di ghirlande?
Quale piccolo paese sul fiume, o sul mare,
o quale pacifica cittadella inerpicata sui monti
si è svuotata dei suoi abitanti in questo sacro mattino?
Piccolo villaggio, le tue strade saranno per sempre
silenziose; e nessuno potrà mai tornare
a dire perché tu sei desolato.
Oh, forma attica! Posa bella! Con un’elaborata
decorazione di uomini e fanciulle marmoree,
coi rami della foresta e le erbe calpestate;
tu, forma silenziosa! Che ci fai perdere la ragione
come fa l’eternità: fredda pastorale!
Quando la vecchiaia devasterà questa generazione,
tu resterai, in mezzo ad altri dolori
diversi dai nostri, amica dell’uomo, a cui dicesti,
“Bellezza è verità, verità bellezza”, - questo è tutto
ciò che sapete sulla Terra, ed è tutto ciò che vi occorre sapere.
Ringraziamenti alla Soprintendente Dott.ssa Rosalba Panvini e al Prof. Michele Romano che insieme all'UICI hanno ideato, sostenuto e promosso l'evento, alla prof.ssa Nicoletta Abela, alla prof.ssa Graziella Magnano e alla prof.ssa Sara Brunno per aver coordinato le attività e sostenuto il lavoro degli studenti. Si ringrazia inoltre tutto il personale della Soprintendenza per la collaborazione e il supporto all'organizzazione della serata.