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La storia dell'igiene Da Roma antica ai giorni nostri

La scelta? l'acqua corrente

A sinistra (Fig. 1) disegno dell'acquedotto romano di Spoleto (Umbria). A destra (fig. 2) fotografia dei resti dell'acquedotto.

L’acqua veniva convogliata dalle sorgenti e raggiungeva le città a valle attraverso condutture e ponti, necessari quando il percorso era tortuoso e si doveva passare da una altura ad un’altra. Le immagini di sopra sono relative al ponte delle Torri di Spoleto (Umbria), antico acquedotto romano. Sotto, foto di acquedotti romani in Europa

A sinistra (Fig. 3) si può ammirare il ponte di Gard (Francia), patrimonio dell’umanità, secondo l’UNESCO.
Fig. 4
Sopra l’acquedotto di Segovia (Spagna)

Una volta raggiunta la città uno dei punti che doveva servire erano le terme, luoghi pubblici, veri e propri ritrovi dove la gente si riuniva fin dal II secolo a.C.

Fig. 5 panoramica dei ruderi delle Terme di Caracalla, attualmente sfruttati per spettacoli teatrali e di musica .
Di lato (Fig. 6) , il dipinto ricostruisce una scena alle terme ai tempi dell’antica Roma sulla base di quanto ci hanno lasciato i testi antichi. Nell’acqua spesso venivano aggiunti vini speziati e profumi. Nelle terme esistevano anche aree dedicate al massaggio, che si faceva dopo il bagno, in cui si usavano oli e unguenti profumati. Il massaggio si rendeva necessario perché i romani non usavano saponi e lo sporco veniva eliminato con la pietra pomice, la sabbia, la cenere di faggio o lo strige (uno strumento di legno). Il che indubbiamente faceva inaridire la pelle. In ogni caso le terme erano un luogo di socializzazione dove il pudore non era di casa.

Anche le latrine erano un luogo di socializzazione. I romani non avevano alcuna remora a condividere i momenti in cui espletavano i propri bisogni corporali.

La foto di lato (Fig. 7) si riferisce ai resti di una latrina. Secondo le ricostruzioni questi luoghi dovevano essere degli spazi belli e soprattutto comodi. Lungo le pareti correvano dei sedili multiposto in marmo. Chi li occupava poteva poggiare le braccia su mensole di legno. Sotto la seduta, aperta nel centro, c’era un canale in cui acqua corrente portava via escrementi e urine. Un secondo canale, anteriore alle sedute, veniva utilizzato per pulire il tersorium (foto di sotto). Un bastoncino di legno con all’estremità una spugna naturale o del muschio che, secondo alcuni, è il precursore del nostro scopino e, secondo altri, veniva utilizzato al posto dell’attuale carta igienica per poi essere immerso in acqua e aceto e utilizzato da un altro cliente
Fig. 8 Tersorium o Xylospongium

E quando non erano nelle latrine i romani dove urinavano? In casa utilizzavano dei precursori di vasi da notte. Ma bisogna sapere che l'urina umana all’epoca era molto richiesta dalla categoria dei conciatori di pelle per la presenza di ammoniaca. A Pompei sono state rinvenute delle anfore semi-interrate in cui i viandanti e i passanti erano invitati ad orinare. Si creò un tale commercio che l’imperatore Vespasiano (9 d.C. - 79 d.C.) impose una tassa sull’urina che incontrò, ovviamente, numerose proteste. Da qui la famosa frase “pecunia non olet” (il denaro non puzza).

L’acqua, una volta utilizzata nelle aree pubbliche e private, veniva fatta confluire in condutture che nell’insieme costituirono una prima vera e propria rete fognaria. Le condutture sfociavano nelle cloache, di cui la più conosciuta e tuttora funzionante è la Cloaca Maxima che si può osservare nella foto e nell'acquerello sottostanti, ottenuti in epoche diverse.

Fig. 9 a sinistra - Fig. 10 a destra

Attenti sotto!

Di lato (Fig.11) "Donna anziana svuota il vaso da notte dalla finestra"

Frans van Mieris, the elder (1635 - 1681)

Il Medioevo è un lungo periodo storico pieno di luci e ombre per quanto riguarda l'igiene. Per certi aspetti si riconoscono passi indietro rispetto a Roma antica in cui si curava la pulizia delle strade. Lo dimostra il dipinto. L'abitudine di svuotare il vaso da notte dalla finestra sulla strada sottostante è stata una caratteristica che si è protratta anche nel Rinascimento. Per fortuna il gesto era preceduto dalla frase: attenti sotto!

Contrariamente a quanto si pensa comunemente, nel lungo millennio medievale però non si era persa la pratica del bagno, consigliata da diversi medici per mantenere la pulizia e la salute. I problemi nacquero nei bagni pubblici (balnea), aperti a tutti e due i sessi e a tutte le età.

Fig. 12 - Bagno pubblico (1475 - 1485 circa)
Di lato (Fig. 13), potete vedere "Scena dello stabilimento balneare" dal Factorum Dictorumque Memorabilium di Valerius Maximus (Bibliothèque nationale de France, Parigi) . Questa è una testimonianza di come venivano gestiti i balnea. Questi luoghi venivano costruiti spesso nelle città vicino alle panetterie così da poter usufruire del calore dei forni a legna.
Come si può vedere l'accesso era aperto ai due sessi e a tutte le età. Spesso al bagno era associata anche la possibilità di mangiare e non solo come si può facilmente intuire. Ecco perché l'autore pone in secondo piano due ecclesiasti completamente vestiti che osservano la scena.
I frequentatori dei balnea furono accusati di comportamenti licenziosi, contro la morale, e alla fine del periodo medievale i bagni pubblici furono chiusi definitivamente. Molto probabilmente la decisione fu presa anche sotto la pressione dell'epidemia di sifilide che stava colpendo tutta Europa.

Le persone più ricche non frequentavano i bagni pubblici, potevano permettersi di fare il bagno a casa, in genere nella camera da letto, dove la servitù non solo li aiutava a lavarsi ma serviva anche il cibo. Le primitive vasche da bagno erano riempite con acqua scaldata sul fuoco a legna. In quel periodo tutto era fatto in comune senza alcun pudore come si può vedere nell'immagine di sotto.

Fig. 14 - Il libro di Valère Maxime, Parigi XV secolo, BNF, Arsenale, manoscritto 5196 fol. 372

All'epoca medievale risalgono anche i primi stabilimenti in cui le persone andavano dietro prescrizione medica per usufruire delle proprietà terapeutiche delle acque termo-minerali. Le prime informazioni giungono fino a noi attraverso gli scritti di Pietro da Eboli, poeta e letterato della corte sveva, vissuto tra il XII e il XIII secolo. Nel suo “De Balneis Puteolanis” (probabilmente risalente al 1197) egli cita gli stabilimenti della zona di Pozzuoli, Napoli e Baia.

Pietro da Eboli (XIII secolo) "De Balneis Puteolanis".
Di lato (Fig. 15), Miniatura del Codice Angelico Ms. 1474 (Biblioteca Angelica di Roma), che mostra il "Balneum Sudatorium" (conosciuto anche come "Stufe di San Germano"), corrispondente alle sorgenti termali di Agnano. La miniatura mostra un sudatorium (sauna), ed un uomo che attinge con una brocca acqua fresca dal lago, infestato da rane e serpenti. Sullo sfondo, nelle viscere della terra, vi è San Germano che, venuto in queste terme per curarsi, prega Iddio di liberare l'anima del diacono Pascasio, condannato a patire le pene del purgatorio nelle calde esalazioni di questo luogo poiché aveva favorito in vita l'antipapa Lorenzo contro Simmaco I.

Da wikipedia

Pietro da Eboli (XIII secolo) "De Balneis Puteolanis".
Di lato (Fig. 16), Miniatura del Codice Angelico Ms. 1474 (Biblioteca Angelica di Roma), che mostra il "Balneum Sulphatara", nel medioevo ritenuto miracoloso per la cura della sterilità femminile e per numerosi altri mali. La miniatura mostra un gruppo di donne immerse in una vasca esagonale per recuperare la fertilità, mentre sullo sfondo un personaggio incappucciato attizza con un soffietto le esalazioni sprigionate da piccoli vulcanetti e fumarole.

Da wikipedia

Pietro da Eboli (XIII secolo) "De Balneis Puteolanis".
Di lato (Fig. 17), Miniatura del Codice Angelico Ms. 1474 (Biblioteca Angelica di Roma), che mostra il "Balneum Tripergulae", nel medioevo indicato per tutti coloro che si sentivano debilitati, per chi accusava disturbi allo stomaco o alla mente. Vien detto consistere in due stanze in una delle quali ci si spoglia mentre nell'altra ci si cura. Poiché il bagno si trovava vicino al Lago d'Averno ritenuto dagli antichi l'ingresso agli inferi, la miniatura mostra anche Gesù Cristo che, dopo esser morto, discese nel soggiorno dei morti per tre giorni, per infrangere le porte dell'Ade, prima di risorgere. Il Balneum Tripergulae (il cui nome deriva dal vicino villaggio di Tripergola), è stato irrimediabilmente distrutto o sepolto dall'eruzione del Monte Nuovo avvenuta il 29 settembre 1538.

Da wikipedia

Ovviamente i più poveri o quelli che risiedevano in campagna avevano problemi seri con la pulizia. La stessa acqua nella tinozza serviva per tutta la famiglia. Il primo era sempre il capofamiglia, poi era la volta dei figli, di altri uomini, delle donne e dei bambini. I neonati erano sempre gli ultimi con un'acqua così sporca che vi lascio immaginare ...

Lasciamo il periodo medievale con la miniatura che testimonia la terribile epidemia della "peste nera" che flagellò l'Europa a partire dal 1348.

Fig. 18 - Pierart dou Tielt (fl. 1340-1360)

Per contrastare questa pestilenza sorsero i lazzaretti in cui si attuarono le prime forme di quarantena. Così come sono da ricordare i primi lebbrosari dove venivano confinati i lebbrosi, destinati alla morte e quindi obbligati, con tanto di atto sottoscritto, ad isolarsi dalla società.

La sporcizia incipriata!

Di lato (Fig. 19), "Ritratto dei coniugi Arnolfini". Dipinto di Jan van Eyck (1434) Rinascimento fiammingo

Osservate bene i due coniugi, il pallore dei visi. La cipria copriva tutto. Serviva a mascherare lo sporco e veniva distribuita non solo sul viso e sul corpo ma persino sui capelli per attenuare l'unto. Nel '500 e nel '600 non si faceva più il bagno se non una volta l'anno o quando c'era un matrimonio. Ci si limitava a lavarsi le mani e il viso, le parti del corpo esposte. Si temeva l'acqua perché si pensava che aprisse i pori della pelle e potesse trasmettere malattie. Probabilmente si arrivò a questa opinione anche grazie alla tremenda epidemia di sifilide che dal 1494 a più riprese interessò l'Italia e il resto dell'Europa.

Di lato (Fig. 20), Ritratto della regina d'Inghilterra Elisabetta I (1588)

Il dipinto ha diversi punti di interesse tra cui la parrucca della regina. Elisabetta era scampata al vaiolo nel 1562 ma la malattia le aveva lasciato il viso deturpato e una calvizie accentuata, coperta da parrucche di varia foggia. Quello che ci riguarda dal punto di vista dell'igiene è proprio la parrucca che non era chiaramente solo un vezzo della regina di Inghilterra. Date un'occhiata alle immagini successive.

Di lato (Fig. 21), nel ritratto del 1700 sono dominanti le parrucche più che gli individui.

Le parrucche divennero la moda del momento per maschi e femmine nel 1600 e si diffusero sempre di più nel 1700. Venivano fatte con capelli di defunti e venivano lavate poco. Erano quindi un ricettacolo di parassiti. Pulci e pidocchi in particolare. Ma niente paura. Si passava il tempo a "spidocchiarsi". Anzi erano considerati gesti di affetto e intimità.

E finiamo la carrellata di immagini dedicate al Rinascimento con il ritratto di Luigi XIV (1638 - 1715), il famoso re Sole. (Fig. 22)

Ritroviamo l'uso della parrucca. Da notare le vesti sfarzose e aderenti, realizzate con tessuti pregiati come il raso e la seta che avevano il compito di far scivolare l'aria malsana, cioè di non farla penetrare nel corpo. La camicia bianca che affiora è un altro segno distintivo del tempo. Ci si cambia spesso la camicia per apparire puliti ma non ci si lava!
I medici di corte hanno lasciato la testimonianza della condotta del re nei riguardi dell'igiene. Probabilmente solo 2 bagni nei suoi 77 anni di vita ma in compenso numerosi clisteri per lavare l'intestino.

Possiamo dire con certezza a questo punto che il Rinascimento, l'età del cambiamento, non riguardò sicuramente il concetto di pulizia se non in chiave di regressione.

Nel frattempo le strade rimanevano sporche, un vero e proprio ricettacolo di germi così come l'uomo stesso.

Testimonianze certe di una ripresa delle saggia abitudine al bagno e quindi a lavarsi risalgono alla fine del '600 e in maggior numero alla metà del '700. Probabilmente all'inizio si trattava più di un momento di piacere o di terapia piuttosto che di igiene della persona secondo il moderno concetto che abbiamo di pulizia.

In qualche decennio (fine '700) si arrivò alla convinzione che bagnarsi nelle acque fredde era indice di robustezza fisica. Non si intendeva solo il bagno in casa ma la vera e propria immersione della persona. Si arrivò anche ad istituire le scuole di nuoto.

Il '700 vede anche la nascita del primo bidet, una vera rivoluzione per il tempo se ci pensate bene.

Fig. 23 - La toilette intima o la rosa senza foglie di Louis-Léopold Boilly (1761 - 1845)
A sinistra (Fig. 24) Il bidet di Maria Carolina di Napoli (Reggia di Caserta) - A destra (Fig. 25), un bidet olandese del 1800 in porcellana cinese e legno.

Il bidet non sarà destinato ad un uso diffuso. Sono pochissimi gli stati europei che lo hanno adottato come strumento importante ed indispensabile di igiene intima. Tra questi l'Italia che lo ha reso obbligatorio come servizio sanitario nel 1975.

Mentre per la vasca da bagno il discorso, come abbiamo visto, è completamente diverso. Già in uso in tempi molto antichi, è stata poi adottata da greci, romani, in epoca medievale ... ma questo lo abbiamo già esaminato. Attualmente, nei paesi occidentali, si preferisce l'uso della doccia che consente un minor spreco di acqua e di spazio e una maggiore pulizia.

In alto a sinistra (Fig. 26), vasca da bagno di terracotta del periodo miceneo. In alto a destra (Fig. 27), vasca da bagno greca del XIV secolo a. C in terracotta. In basso a sinistra (Fig. 28), vasca medievale in legno. In basso a destra (Fig. 29) vasca da bagno in zinco coperta e riscaldata probabilmente della fine del 1800.

Rimane da chiedersi quando la stanza da bagno con il vaso sanitario, il lavabo, la vasca da bagno (e poi il piatto doccia) e il bidet (per i paesi in cui viene utilizzato) si è diffuso in maniera radicale. Purtroppo dobbiamo aspettare il secondo dopoguerra per una presenza su larga scala. Prima di questo periodo storico il bagno era staccato dal corpo dell'abitazione per la maggior parte della popolazione, ricchi a parte. In fondo ad un ballatoio o ancora più esternamente. La sua presenza all'interno delle nostre case ha sicuramente rappresentato un passo avanti notevole dal punto di vista igienico-sanitario.

Created By
Loretta Sebastiani
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