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CORSO DI FORMAZIONE 6 L'APPRENDIMENTO DELLA LINGUA ITALIANA L2

LA VALUTAZIONE

L'ERRORE

REVISIONE DEI LAVORI PRODOTTI

LA VALUTAZIONE
  • la valutazione implicita. Questa è la forma di valutazione più frequente, inconsapevole e molto soggettiva, profondamente influenzata da stereotipi;
  • la valutazione spontanea. Non deve essere confusa con quella implicita. Questo tipo di valutazione è caratterizzato dalla consapevolezza di chi sta valutando e si basa su parametri e criteri stabiliti al momento e non programmati e fissati in precedenza;
  • la valutazione istituita. Si tratta della valutazione vera e propria. E’ esplicita ed è basata su criteri e strumenti specifici e determinati. Il valore che la valutazione istituita attribuisce ad un determinato processo viene riconosciuto socialmente in quanto supportato da dati precisi e comparabili.
LA VALUTAZIONE AUTENTICA

Uno degli obiettivi finali di questo tipo di valutazione è, chiaramente, l’inserimento degli studenti nella vita reale dove non devono portare nozioni e conoscenze, bensì competenze ed abilità definite e finalizzate.

WIGGINS, sulle caratteristiche della valutazione autentica:

  • E’ realistica: Il compito o i compiti replicano i modi nei quali la conoscenza della persona e le abilità sono “controllate” in situazioni di mondo reale;
  • Richiede giudizio e innovazione: Lo studente deve usare la conoscenza e le abilità saggiamente e in modo efficace per risolvere problemi non strutturati, ad esempio progettare un piano, la cui soluzione richiede di più che seguire una routine, una procedura stabilita o l’inserimento di una conoscenza;
  • Richiede agli studenti di “costruire” la disciplina: Invece di ridire, di riaffermare o di replicare attraverso una dimostrazione ciò che gli è stato insegnato o ciò che già conosce, lo studente deve portare a termine una esplorazione e lavora “dentro” la disciplina di scienze, di storia o dentro ogni altra disciplina;
  • Replica o simula i contesti nei quali gli adulti sono “controllati” sul luogo di lavoro, nella vita civile e nella vita personale
  • Accerta l’abilità dello studente a usare realmente conoscenze e abilità per negoziare un compito complesso. Anche qui è richiesto un buon giudizio. Sebbene ci sia uno spazio per gli esercizi pre-gara, la prestazione è sempre più della somma di questi esercizi.
  • Permette opportunità di ripetere, di praticare, di consultare risorse, di avere feedback e di perfezionare la prestazione e i prodotti (non è un prodotoo finito, è un prodotto in continua evoluzione).

L'ERRORE

L'ERRORE NON E' SOLO UNA DEVIAZIONE RISPETTO ALL'ACQUISIZIONE DELLA L2: CI DICE COME IL NOSTRO ALUNNO STA ACQUISENDO L2

Cattana, Nesci (1999): "L’errore e’ una delle cause fondamentali del processo di trasformazione di una lingua perche’ puo’ riflettere tendenze innovative destinate ad affermarsi in una fase successiva della storia della lingua"

Secondo la linguistica gli errori possono distinguersi in:

  • fonologico/ortografici: stragnieri, muntagna, pellone...
  • morfologico/grammaticali: leggiono, anda, prenduto...
  • Sintattico / grammaticali: sempre io guardo TV; ieri io dormo; ho arrivato...
  • lessicali: più migliore, fluorescente - effervescente; sono corto e magro...
  • di registro: Maestra, dammi la colla!

fasi DELL'INTERLINGUA

  • La fase comunemente definita prebasica è caratterizzata dalla preferenza per mezzi pragmatici di comunicazione, il cosiddetto pragmatic mode, sfrutta ed amplia le risorse linguistiche elementari possedute in L2 facendo ricorso a varie strategie: uso della gestualità e chiamata in causa del contesto (...); richiesta di cooperazione attiva e ricostruttiva (...); ripetizione di una o più parole dell’interlocutore come segnali di partecipazione o tentativi di memorizzazione. Le prime strutture ad essere apprese sono strutture isolate, senza flessione e/o accordi
  • Fase “basica” in cui “il pragmatic mode”, senza essere del tutto abbandonato, viene gradualmente sostituito da una modalità più grammaticale, il syntactic mode: E’ questo lo stadio in cui cominciano ad essere utilizzate alcune forme verbali, che spesso non vengono però ancora flesse; lo stile è ancora molto scarno, elementare, nella maggior parte dei casi ancora privo di congiunzioni e di preposizioni e per lo più esente da declinazioni morfologiche che designino numero o genere.
  • Per finire, la fase postbasica: quella fase in cui sempre più i verbi subiscono una flessione e compaiono desinenze, concordanze, articoli e preposizioni, verbi ausiliari e copule. Anche la sintassi si fa più complessa: si intravedono i primi tentativi di proposizioni subordinate, in primo luogo causali e temporali, più tardi finali, relative, soggettive ed oggettive.
CRITERI PER LA CORREZIONE DELL'ERRORE:
  • Il criterio della correttezza: l’errore e’ una deviazione dal sistema della lingua, dalle regole del codice linguistico (n.b. l'uso fa la norma! -Cfr Imperfetto ipotetico al posto del congiuntivo -Se io avessi - Se io avevo - indicativo presente per programmare al posto del futuro: Domani vado al mare - domandi andrò al mare - uso di flessione morfologica impropria al femminile: avvocatessa - avvocata ). N.B. Gli italiani non apprendono l'italiano standard con i compagni; così neanche gli alunni stranieri!
  • Il criterio dell’appropriatezza: La lingua è un veicolo e uno strumento di comunicazione in un determinato contesto. Anche se grammaticalmente la produzione risulta esatta, è possibile che la lingua prodotta non sia appropriata al contesto comunicativo (Es. confidenziale in contesti formali; o formale in un contesto confidenziale: registro inappropriato)
  • Il criterio della comprensibilità: Si produce lingua scorretta dal punto di vista grammaticale o lessicale. Tali produzioni non vengono classificate come errori. Il limite legato a questo criterio di riferimento per l’analisi dell’errore risiede nel fatto che spesso il destinatario del messaggio e’ l’insegnante che e’ abituato a prevedere o inferire le intenzioni comunicative dei propri studenti e che per queste ragioni tende ad applicare con estrema flessibilità il criterio di comprensibilità.
  • Il criterio della soggettività: Questo criterio si riferisce alla soggettività insita in ogni valutazione o analisi. Il margine di tolleranza agli errori varia da insegnante ad insegnante e soprattutto in base al rapporto che l’insegnante ha con la lingua target.

Lessico

  • Utilizzare un lessico semplice e lineare
  • Evitare espressioni idiomatiche e forme figurate ed astratte, che possono essere differenti da L1 a L2 e dunque di difficile comprensione
  • Ripetizione delle parole chiave (non in forma di sinonimo, ma sempre le stesse, fino alla sedimentazione; dopo la sedimentazione, quando ci si è accertati che ormai l’uso in competenza della parola risulta un obiettivo raggiunto, passare all’uso graduale di qualche sinonimo, fino alla sedimentazione e così via)

Sintassi

  • Frasi brevi
  • Sintassi secondo l’ordine: S – V- O (per i primi tempi, esplicitare sempre il soggetto)
  • Usare i verbi nella forma finita e attiva (evitare, momentaneamente, l’uso dei tempi al passato)
  • Evitare frasi subordinate e/o incidentali (preferire la coordinazione alla subordinazione o comunque la subordinazione semplice, che implichi l'utilizzo di frasi ai tempi finiti)
  • Evitare frasi subordinate e/o incidentali (preferire la coordinazione alla subordinazione)

Contenuti

  • Esplicitare i contenuti in maniera graduale, così da favorirne l’acquisizione e la rielaborazione
  • Proporre contenuti rispondenti all'età anagrafica e all'interesse degli alunni (situazioni reali)
  • Esplicitare i passaggi tra argomenti
  • Segnare graficamente (attraverso la spaziatura e l’uso dei paragrafi) il passaggio tra argomenti

Verbi

  • Preferire la forma attiva
  • Sempre tempi all'indicativo
  • Utilizzare verbi di uso comune

RICEZIONE ORALE

  • Parlare in modo chiaro e lento, per i primi tempi
  • Consentire momenti di interazione tra gli alunni in L2
  • Esplicitare chiaramente la richiesta
  • Mimare la richiesta

PRODUZIONE ORALE

  • Tenere conto dell'interferenza linguistica L1 - L obiettivo
  • Considerare l'interlingua come una lingua in evoluzione e non necessariamente come errore
  • Chiarire, accompagnare e correggere eventuali errori di esposizione / pronuncia / sintassi ecc.
  • Consentire momenti di interazione tra gli alunni in L2
Created By
rita diletta di leo
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Credits:

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