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Palazzo Marina sala ammiraglio thaon di revel

1) G. Garibaldi, Ritratto dell’Ammiraglio Thaon di Revel. L’opera è firmato e datata “Carrara 1919”

2) G. Knight, Vittoria alata. La scultura, in patina d’argento, è stata donata all’Ammiraglio Revel dall’Armata Navale quale omaggio per la vittoria della Prima Guerra Mondiale, come dimostra la dedica sul lato destro della base.

3) Libro delle firme relativo al dono della scultura della Vittoria alata all’Ammiraglio Revel da parte dell’Armata Navale, contenete cartella con il discorso tenuto dall’ammiraglio Cusani Visconti in occasione della consegna della Vittoria alata all’Ammiraglio Thaon di Revel.

4) Sciabola donata nel 1919 al Grande Ammiraglio dall’Accademia Navale; realizzata dalla ditta Augusto Gerosa di Milano, ha l’elsa in bronzo dorato ed è entro il suo astuccio originale in cuoio con decoro in bronzo e smalto.

5) Libro in cuoio con targa in bronzo relativo alla donazione della sciabola da parte dell’Accademia Navale di Livorno.

6) Arduino Berlam e Giovanni Mayer, Spada d’onore, argento ossidato (impugnatura ed elsa), corallo e platino (stemma di Trieste; la lama è quella di una baionetta della Brigata Sassari). L’astuccio della spada, originale, è in legno di palissandro e argento e reca al centro gli stemmi di Trieste e di Thaon di Revel. La spada è stata donata dalla Città di Trieste all’Ammiraglio nel 1924, in occasione della consegna dell’ancora e della catena di nave Audace all’erigendo Faro della Vittoria da parte dell’allora Ministro della Marina.

7) Arduino Berlam, Medaglia commemorativa, bronzo. La medaglia è stata donata dalla Città di Trieste all’Ammiraglio Thaon di Revel nel 1924, in occasione della consegna dell’ancora e della catena di nave Audace all’erigendo Faro della Vittoria da parte dell’allora Ministro della Marina

8) Campana di San Giusto, bronzo. Copia della Campana della Basilica di San Giusto, simbolo di Trieste, è stata donata dal Comitato delle donne triestine, in occasione della visita alla città dell’Ammiraglio Thaon di Revel per la consegna dell’ancora e della catena di nave Audace all’erigendo Faro della Vittoria.

9) Edoardo Rubino, Carabiniere. La scultura riproduce la statua del Monumento Nazionale al Carabiniere a Torino.

10) Aurelio Mistruzzi, Targa commemorativa donata dalla Lega Navale - Sezione di Roma.

11) Scultura donata dalla Cassa di Risparmio; L’opera reca alla base la sigla E.R.

12) Volume in cuoio impresso con medaglione in bronzo recante il profilo dell’Ammiraglio Thaon di Revel; dono del Comune di Torino.

13) 4 libri con le firme degli ufficiali destinati rispettivamente a Roma, al Dipartimento Marittimo di Spezia, a quello di Taranto e a quello della Piazza marittima di Pola.

14) Custodia in cuoio punzonato contenente la Bandiera del Grande Ammiraglio in taffettà di seta blu con 4 stelle ricamate.

Capo di Stato Maggiore della Marina dal marzo 1913 all’ottobre 1915, Comandante delle Forze Navali dell’Alto Adriatico e della Piazza di Venezia dall’ottobre 1915, nuovamente Capo di Stato Maggiore della Marina dal febbraio 1917 al novembre 1919, e infine Ministro della Marina dal 1922 al 1925, è uno degli uomini che hanno fatto la storia della Marina. Capo dalle decisioni lungimiranti, ha saputo coniugare capacità di azione, cultura e fermezza di carattere. Ricevuti i più alti riconoscimenti a partire dall’immediato primo dopoguerra, l’Ammiraglio ha rappresentato per gli ufficiali più giovani un faro, un esempio di uomo e di servitore dello Stato, tanto che al suo consiglio, nelle ore più difficili del 1943, sono ricorsi l’Ammiraglio De Courten e l’Ammiraglio Bergamini. Nonostante le divergenze col Capo del Governo Mussolini, che lo portano a rassegnare le dimissioni da Ministro della Marina, al Grande Ammiraglio Thaon di Revel viene riservata una stanza nel nuovo dicastero della Forza Armata, come già nella vecchia sede nel Convento di Sant’Agostino. L’intitolazione all’Ammiraglio Thaon di Revel dell’ambiente che è stato un tempo il suo studio rappresenta la riacquisizione da parte della Marina di un periodo rilevante della sua storia e della storia del Palazzo, nonché un omaggio dovuto all’Ammiraglio che, in qualità di Capo di Stato Maggiore, con la sua visione strategica, ha rivoluzionato la Marina Militare, conferendole quella complessità di articolazioni e competenze che ancora oggi la caratterizzano. La stanza, persa la sua originaria destinazione, è stata adibita per il suo ampio spazio a sala riunioni, probabilmente nel secondo dopoguerra. Lungo tutte le pareti sono state allora disposte le grandi librerie che, a testimonianza di quella sistemazione, vengono mantenute nel nuovo allestimento, limitatamente ad un lato lungo (a destra) e ad un lato breve. La parete lunga di sinistra, invece, è oggi riallestita secondo la configurazione originaria del 1928; è infatti ben visibile il bel lambry in legno con fregio in ferro battuto, fino agli inizi del 2018 obliterato da una lunga libreria. Il motivo di questo fregio, la colonna rostrata (o “duilia”) eretta per il trionfo di Caio Duilio, istituisce un significativo e certo non casuale parallelismo tra il moderno condottiero navale della Grande Guerra ed il primo condottiero romano a ricevere il trionfo per una vittoria sul mare. Il motivo della colonna rostrata ritorna anche nell’attico dell’armadio-biblioteca, riposizionato ora nella sua sede originaria; le ante presentano grate metalliche a maglie identiche a quelle dei copriradiatori della stanza e 4 quattro formelle in ferro battuto contenenti profili di navi romane, genovesi e veneziane. Originali anche il tavolino poligonale, il vaso e la poltrona del Grande Ammiraglio. Questi arredi, disegnati dall’artista veneziano Umberto Bellotto, sono stati integrati con altri coevi e del medesimo autore, appartenenti alla dotazione storica del Ministero, in modo da creare un ambiente armonico e coerente che mostri, al contempo, la stratificazione degli interventi e delle funzioni assegnate alla stanza nel tempo. Tra gli oggetti provenienti, invece, da casa Revel la lampada posta a coronamento della libreria; donata all’Ammiraglio dalla città di Venezia (che lo nomina cittadino onorario nel 1920), ha la forma di un fanò veneziano, il grande fanale a tre luci posto sul castello di poppa delle galee della Serenissima.

Anche se non pertinente all’originario arredo della stanza, così posizionato rimanda figurativamente al parato tessile, oggi perduto, che presentava il motivo del fanò, alternato a quello dell’ancora con il fascio littorio, all’interno di maglie esagonali. La presenza di questa immagine, appartenente alla tradizione marinara veneziana, nel tessuto disegnato da Umberto Belloto e realizzato dalla prestigiosa ditta veneziana Rubelli, può essere interpretata come un rimando al ruolo che la città lagunare ha avuto per la conduzione vittoriosa della Guerra Guerra sul mare. Venezia è la piazza militare di cui Revel, a partire dall’ottobre 1915, è comandante.

È qui che egli può sperimentare e mettere a punto la “guerriglia navale” in cui pochissimi credono. Venezia è quindi la “palestra” di quella condotta strategica che, applicata al più largo teatro delle operazioni quando Revel viene chiamato nuovamente a ricoprire l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Marina (nel febbraio del 1917), porta al conseguimento della vittoria.

Credits:

Marina Militare

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