Il sistema binario, o a base due, fu proposto dal matematico tedesco Leibniz già nel diciassettesimo secolo, ma solo ai nostri giorni ha trovato un suo utilizzo pratico: esso costituisce il linguaggio numerico attraverso il quale i computer possono funzionare. Utilizza solo le cifre 0 e 1: mentre lo 0 ha sempre valore nullo, indipendentemente dalla posizione occupata, come avviene per tutti i sistemi numerici posizionali, la cifra 1 ha un valore diverso che dipende dalla posizione e che cresce da destra a sinistra con le potenze del 2. A parità di valore i numeri a base 10 sono scritti con meno cifre dei numeri a base 2. Ad esempio il numero 32 in base 10 corrisponde a 100000 in base 2.
Per scrivere i numeri gli antichi romani utilizzavano la scrittura che è rimasta fino ad oggi in uso, specialmente nell'indicazione dei numeri ordinali, che combina i simboli I, V, X, L, C, D, M e altri ancora per i valori più alti. Per eseguire i calcoli usavano strumenti, noti come abachi, in cui le quantità venivano registrate per mezzo di palline o chiodini posizionati opportumente in colonne.