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Le prove di distensione e la creazione del muro di Berlino di Gaia, Caterina e Martina

La divisione delle due Germanie: da Yalta alla nascita di due stati

Churchill, Roosevelt e Stalin a Yalta

Durante la fase finale della seconda guerra mondiale, Berlino, già distrutta da diversi bombardamenti aerei, fu teatro di un'aspra battaglia che anticipò la resa della Germania con la conseguente presa della città di Berlino da parte dei sovietici.

Berlino, 1945, Porta di Brandeburgo

Secondo la conferenza di Yalta tenutasi dal 4 al 11 febbraio del 1945, Berlino come la Germania fu suddivisa in quattro zone di occupazione militare gestite da Francia, Gran Bretagna,URSS, e Stati Uniti d'America.

Le forti tensioni politiche internazionali impedirono la costruzione di una amministrazione unitaria, e di conseguenza i segni della divisione parvero irreversibili quando ebbero inizio gli accordi per l'aggregazione delle zone occidentali in un'unica amministrazione. Il disaccordo rispetto ad aspetti specifici a proposito della questione tedesca, fu il risultato di una sempre più presente divergenza di interessi tra le potenze in una contrapposizione di schieramenti sempre più globale.

Stalin,Roosevelt e Churchill allaConferenza di Postdam, durante la quale stabilirono che la Germania dovesse essere trattata come un'unica entità economica. Privata di un governo centrale essa fu soggetta a misure di denazificazione, smilitarizzazione, e controllo sulla produzione industriale. Fu inoltre imposto un obbligo di fornire riparazione ai paesi colpiti dalla guerra.

Quando nel giugno del 1948 Berlino ovest attuò una riforma monetaria con lo scopo di rilanciare la ricostituzione politica ed economica, l'unione sovietica rispose con il blocco di Berlino. Durante la conferenza di Londra, l'URSS dichiarò infatti la sua visione di un'infrazione ai precedenti accordi di Postdam, i quali regolavano le questioni territoriali in attesa dei trattati di pace con la Germania per la quale nel frattempo furono stabiliti l'occupazione militare, il disarmo, la denazificazione, il processo contro i criminali di guerra e la divisione della Prussia orientale tra l'URSS e la Polonia, e determinò la crisi di Berlino e una delle fasi più acute di tensione della guerra fredda.

Berlino ovest, bambini vedono un aereo con le provviste dopo il blocco

La parte sovietica della Germania, mise in atto un blocco stradale e ferroviario verso Berlino ovest, al quale gli anglo-americani risposero con la messa in atto dei un ponte aereo che permetteva a Berlino ovest di ottenere rifornimenti senza i quali sarebbero stati rovinati.

La situazione fu poi risolta con l'accordo delle quattro potenze occupanti nel 1949, ma venne mantenuta in ogni caso, nonostante i buoni propositi, la divisione della città in due settori: quello orientale e quello occidentale.

Nel maggio del 1949 infatti lo sviluppo di un ordinamento statale autonomo nella zona di occupazione occidentale sfociò nella proclamazione della Repubblica Federale di Germania (RFG), con Bonn come capitale.

Bonn, 1949

L'unione sovietica rispose favorendo anch'essa la costruzione di uno stato separato all'Est. Sotto la guida del partito di unità socialista (SED) ,il quale elaborò una costituzione, nacque il 7 ottobre 1949 la Repubblica Democratica Tedesca (RDT).

logo del SED

la politica della Germania occidentale verso la DDR e i piani per un eventuale soluzione della questione tedesca

Konrad Adenauer

Nel settembre del 1955 Konrad Adenauer si recò in modo ufficioso a Mosca insieme al ministro degli esteri von Brentano e incontrò Krusciov, Molotov e Bulganin. In questo modo instaurò relazioni diplomatiche e commerciali con l'unione sovietica che portarono successivamente alla scarcerazione di migliaia di prigionieri di guerra tedeschi.

Nikita Krusciov

La posizione delle due fazioni riguardo le frontiere orientali però non cambiò e neanche la forte tendenza nella Germania occidentale a praticare una forma di anticomunismo che portò nel agosto 1956 allo scioglimento del partito comunista di Germania.

logo partito comunista di Germania

Inoltre Bonn, la capitale della BDR, non voleva riconoscere la divisione della Germania e quindi la parte orientale. Si può subito capire che la situazione era al quanto complicata: si cercava di avere un contatto ma allo stesso tempo non si voleva riconoscere la separazione e quindi la necessità di trattare con un'altra entità.

Si adottò infine la dottrina Hallstein, la quale attestava che ogni rapporto diplomatico che altri paesi avrebbero adottato con la Germania orientale sarebbe stato considerato un atto di ostilità verso la parte occidentale.

Walter Hallstein

Questo tipo di approccio costituiva un palo portante della politica tedesco-occidentale verso la DDR.

Si cercava anche una soluzione per la questione tedesca. Il Deutschlandplan è un documento strategico del partito socialdemocratico tedesco (SPD) enunciato nel 1959 che tratta la riunificazione tedesca. Esso prevedeva un graduale passaggio da una fase di dialogo tra i due governi all'istituzione prima di un consiglio interparlamentare e poi un'assemblea nazionale costituente , ad una vera e propria riunificazione in un solo stato democratico, parlamentare e neutrale.

Il punto di partenza sarebbe stato il riconoscimento della qualifica di zona di distensione ai territori tedesco, cecoslovacco, polacco e ungherese. Questo progetto incontrò presto l'opposizione degli occidentali che non potevano tollerare la neutralità dell'ipotizzata Germania.

La SED rispose con l'idea di una confederazione tra le due Germanie come nucleo di una zona di distensione nell'Europa centrale. Più tardi, nel luglio 1961 il partito avanzò una proposta perché i due stati tedeschi risolvessero autonomamente i loro rapporti. Una commissione paritaria avrebbe presentato un trattato di pace alle ex potenze nemiche e preparato un accordo tra i due stati.

Questo avrebbe prefigurato una zona nel cuore dell'Europa dove sarebbero stati limitati gli eserciti convenzionali e la propaganda di guerra e sarebbero invece stati incentivati i reciproci scambi culturali ed economici. Infine sarebbe stata formata una Confederazione tedesca militarmente neutrale.

La politica di Kennedy all'interno della guerra fredda

Con l’amministrazione di Eisenhower dal 1947 al 1961 gli Stati Uniti vedono indebolita la loro posizione internazionale. Da una parte il governo doveva affrontare la rivolta nera guidata da Martin Luther King dall'altra il pessimismo e la sensazione di insicurezza che si stava instaurando negli americani per via dell'equilibrio del terrore. La grande fortuna del dopoguerra stava venendo repressa dalla paura, gli Stati Uniti non erano effettivamente lo stato più potente e il più civilizzato. Il precario stato di salute di Eisenhower ebbe inoltre un effetto politico negativo. Egli non riuscì infatti ad evitare una sensazione di fragilità che gli altri percepirono durante il suo mandato.

Dwight David Eisenhower

Un problema sorgeva anche nel campo economico in quanto tutta l’aree dell’URSS, la Cina e l’India non fossero aperte al commercio statunitense.

L’elezione nel 1960 del giovane Kennedy fu la dimostrazione di un bisogno di cambiamento, infatti egli aveva solo 43 anni, rappresentava l’immagine della giovinezza e quindi del bisogno e della speranza di rinnovamento . Era caratterizzato dall’idea di spingere gli Stati Uniti verso obbiettivi sempre più ambiziosi con l'obbiettivo di non farsi superare dall'unione sovietica. Gli anni di paura erano stati sostituiti dall’impegno volontaristico dei presidenti democratici. Kruscev vedendo come il giovane Kennedy accettò la sfida con molta determinazione per raggiungere la vittoria, dovette affrontare questo cambio di leadership degli Stati Uniti. Ciò mise in luce le contraddizioni del leader sovietico, facendo invece riemergere egli Stati Uniti nel sistema internazionale. Questi mutamenti internazionali però fecero vedere agli americani come certe strategie militari non fossero appropriate. La mass retaliation, ad esempio, che già nel 1957 fu sostituita con un mezzo meno apocalittico, quale la “risposta flessibile”. Non si trattò di un cambiamento facile; esso vide infatti il suo compimento solo nella presidenza di Kennedy. Un'altro esempio della complessità di questo cambiamento fu che la NATO fece sua questa dottrina non prima del 1967.

John Fitzgerald Kennedy

La politica di Krusciov all'interno della guerra fredda

Krusciov

Dal punto di vista internazionale i sovietici agivano dominati dalla logica di partito, considerando il Pcus (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) e il governo di Mosca come unica guida delle loro scelte oppure come rapporti ostili con campi esterni a quelli del socialismo .

Il sistema sovietico era dominato dal tema dell’internazionalismo proletario e qualsiasi sistema differente era percepito come quello degli avversari da battere.

Quando il gruppo di Kruscev si consolidò al potere colsero l’opportunità della diplomazia tradizionale, composta da contatti personali, compromessi politici, impegni comuni e di promesse di solidarietà, inoltre misero in moto un’azione diplomatica globale in modo da rendere l’URSS presente nell’ambito politico di tutto il mondo. Questo portò i governanti sovietici a vivere una coesistenza competitiva, combattendo per la supremazia missilistica e nucleare e cercando di diffondere il modello sovietico a scopo di sostituire gli USA o le vecchie potenze coloniali. La politica di Kruscev era quindi caratterizzata sia da competizione sia da dialogo.

La solidità del blocco sovietico rendeva possibile la coesistenza competitiva, ma ogni elemento di dissenso interno avrebbe reso più difficile a Kruscev il compito di presentarsi come un avversario credibile nei confronti delle potenze straniere.

La diplomazia di Kruscev era bifronte: durante le fasi di tranquillità interna poteva mostrare verso l’esterno un atteggiamento distensivo ma durante le fasi di polemica interna la distensione cedeva il passo allo scontro.

La crisi di Berlino e la costruzione del muro

Nella DDR vi era stato da parte di Ulbricht un miglioramento delle condizioni economiche, ma le continue imposizioni culturali e politiche avevano contribuito a mantenere alto il fenomeno dell’emigrazione verso la Germania occidentale. Ulbricht propose di ricostruire un rapporto tra le due Germanie mediante un vincolo federale ma questa iniziativa non ebbe successo. La risposta di Adenauer fu, nel 1958, quella di affermare che nella Germania orientale si sarebbero dovute tenere libere elezioni. In seguito la DDR avrebbe potuto essere neutralizzata e successivamente riconosciuta come Stato sovrano anche dalla Repubblica federale

Nel 1957 Adenauer riuscì a unificare i territori della Germania federale sotto il controllo di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti d'America. Più tardi nel 1958 Adenauer presentò a Mosca un piano che consisteva nell'eliminazione della Germania democratica per creare una nuova Germania unica con capitale a Berlino. Ma si opposero diversi fattori tra cui la difficoltà sovietica nel lasciare andare la DDR e una consistente crisi a Berlino. In una città così divisa si potevano infatti chiaramente vedere i due stili di vita molto differenti tra est e ovest. Da questo confronto ne usciva sicuramente sconfitta la parte Ovest. Il generale benessere che persisteva nell'altra parte di Berlino portava moltissima gente del Ovest a migrare verso questa. Soprattutto dopo la chiusura delle frontiere nel 1952. In più la presenza di truppe americane,inglesi e francesi nella capitale aveva complicato ancora più la situazione portando ad una seconda crisi di Berlino.

Carri sovietici T-55 fronteggiano i mezzi corazzati americani al Checkpoint Charlie il 27 ottobre 1961

L'obbiettivo della DDR di colmare il divario economico creatosi con la BRD, nel 1956, nonostante la precedente concessione degli spazi di comunicazione intellettuale, portò all' eliminazione degli ultimi spazi di libertà rimasti. Le principali filosofie dei futuri anni furono il centralismo burocratico e la direzione pianificata dell’economia.

Sotto l'influenza della SED decisero di scoraggiare le iniziative nel settore commerciale e artigianale. Ciò provocò una nuova ondata di fughe verso l'occidente. Tutto questo spinse la DDR a prendere misure ancora più restrittive nel 1960, le quali resero la situazione ancora più precaria. Nel 1961 la DDR presentò alle potenze un piano di sbarramento tra le due parti della città che però non venne accettato. Kennedy si rifiutò infatti di chiudere le vie di comunicazione tra Berlino est e la Germania occidentale, acclamando il suo diritto di tenere truppe militari nella parte est di Berlino e la libertà di circolare tra la parte occidentale della città e la BRD. Ma il continuo afflusso di immigrati fece si che nel agosto del 1961 venne costruito il muro che divise le due parti della città e famiglie intere. La costruzione fu giustificata come difesa verso i fascisti occidentali e grazie al diritto di ogni stato di controllare i propri confini.

costruzione del muro

La situazione occidentale peggiorò in ogni caso in quanto le guardie posizionate ai confini ricevettero l'ordine di sparare a vista a chiunque tentasse di superare il muro instaurando in questo modo un regime di terrore in tutti gli abitanti di Berlino est. Dopo aver adottato questa misura si riuscÌ a bloccare l'emorragia si profughi. Ulbricht, segretario generale del SED, ne uscì a testa alta mentre invece Adenauer perse prestigio perché accusato di non aver fatto abbastanza per evitare la costruzione del muro, il quale rese ancor più difficile la riunificazione della Germania che era invece la colonna portante della politica principale di Adenauer.

Nella piazza di Potsdam un soldato della Germania dell’Est adopera delle cesoie sul filo spinato in cima al muro che divide Berlino, il 12 agosto del 1966.

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Guerra e pace nel XX secolo: dai conflitti tra stati allo scontro di civiltà; di Aurelio Lepre

La Germania divisa (1945-1990); di F.Bertini e A.Missiroli

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