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Parallelo Sperimentale del Concetto GDS Riguardo all’Appoggio, l’Impronta Plantare e il Centro di Gravità nei Soldati dell’Esercito Libanese. Secondo Sawsan DAHABY NAHLE Fisioterapista, master professionale in fisioterapia “presa di coscienza podale” all’LGU (Lebanese German University) partner della scuola di Podologia di Marsiglia. Tripoli, Libano

Tratto dalla rivista “Accordages “-La rivista dell’APGDS Francia n° 6 -primo semestre 2017”

Autore: Sawsan Dahaby Nahle, Fisioterapista, master professionale in fisioterapia “presa di coscienza podalica” all’LGU (Lebanese German University) partner della scuola di Podologia di Marsiglia. Tripoli, Libano

Questo testo è stato elaborato durante un periodo stressante, quando l’armata libanese combatteva i terroristi a Ersal (est Libano). È quindi anche un omaggio agli atti eroici dei soldati che sono morti per noi e che continuano a sacrificare la loro vita per la nostra libertà, il nostro onore, la nostra unione, il nostro futuro e la pace.

INTRODUZIONE

Per definizione semplice, la postura riguarda la posizione eretta naturale del corpo nello spazio ma, in realtà, la postura corrisponde a molte cose concrete e astratte. Essa può essere un’attitudine, un sostegno, un atteggiamento, una posa.

La statica rachidea può essere considerata come normale se la postura in atto può essere mantenuta con il minimo sforzo.

Nell’uomo, dei lavori di fisiologia posturale recenti giustificano pienamente che la pianta del piede è veramente un sensore del sistema posturale, allo stesso livello dell’occhio o del vestibolo.

Mézières, Kabat, Pires e Bézieres hanno sviluppato quest’approccio e questo legame piede-postura in modi differenti, ma questi hanno tutti una cosa in comune: la solidarietà muscolare. L’idea che i muscoli lavorano insieme, in famiglie, e che devono armonizzarsi, nasce intorno agli anni 50 e rivoluzionerà l’idea di kinesiterapia. Da quel momento la zona da trattare non è più isolata ma si comincia a guardare l’uomo in maniera globale.

Questa nozione di globalità e la nozione di “Uomo totale” hanno sempre guidato le ricerche di Madame Godelieve Denys-Struyf, a partire dagli anni 60-70. Essa ha potuto verificare questo legame tra piede e postura nell’ambito della metodica che porta il suo nome: la metodica GDS o delle catene muscolari e articolari.

Questa metodica è basata sull’osservazione e l’interpretazione dell’autrice, appoggiata su un’esperienza di quindici anni di antropometrie, di analisi morfologiche e psicologiche, completate da un lavoro statistico che mira a raggruppare i pazienti con la stessa postura al fine di stabilire i legami tra quel tipo di postura e alcune disfunzioni specifiche (Campignion Ph. 2009).

Notiamo tuttavia una mancanza di esperimenti statisticamente provati in GDS, nonostante recentemente alcuni lavori hanno portato una convalida della metodica in kinesiterpia (Diaz AMJ. Et al.2009) (Cleland JA et al.2006) e in osteopatia (Ferrer E.2002) che nota una relazione tra il sistema masticatorio e le catene descritte da GDS.

Inoltre, questa metodica comincia a essere applicata in podologia solo da poco tempo.

OBIETTIVI:

Lo scopo di questo studio è di verificare, tramite un protocollo di osservazione basato su delle misure, dei testi, delle analisi e delle interpretazioni rigorose, la relazione tra, da una parte la percentuale di appoggio plantare, la forma del piede e la posizione del centro di gravità e, dall’altra parte, le diverse tipologie di postura descritte dalla metodica GDS. Questo dovrebbe permetterci di presentare, nella maniera più obiettiva possibile, il legame tra questi dati e di stabilire una base di dati statistici che offre ai podologi, prendendo sempre in conto l’aspetto neuro-sensoriale del piede, i modi per differenziare le influenze di tensioni che provengono dal basso da quelle che vengono dall’alto, e di avere la possibilità di prevenire e di correggere le malformazioni e le algie dell’apparato locomotore più lontano e più alto dell’arto inferiore, continuando a esercitare la propria professione a livello del piede.

RIVISTA DELLA LETTERATURA

La metodica GDS è una metodica globale di kinesiterapia e di approccio comportamentale, di prevenzione, di cura e mantenimento basata sulla comprensione del terreno predisponente. Definisce sei grandi insiemi muscolari che si associano per mettere il corpo in postura e movimento nello spazio. La “decodifica” della postura permette di evidenziare che ogni persona possiede la propria statura. Queste catene di tensione mio - fasciale si distinguono ognuna per le proprie caratteristiche e impronte morfologiche.

LE CATENE GDS

Le catene ricevono il loro nome secondo la localizzazione nel corpo:

A per anteriore, P per posteriore, M per mediana e L per laterale. La metodica divide queste catene in due categorie:

LE CATENE DELL’ASSE VERTICALE (LE CATENE DELLA PERSONALITÀ)

In risonanza con la personalità profonda e il tronco, si esprimono soprattutto sul piano sagittale e influenzano fortemente la fisiologia della colonna vertebrale:

- Le catene antero-mediane AM

- Le catene postero-mediane PM

- Le catene postero-anteriori PA

LE CATENE DELL’ASSE ORIZZONTALE (LE CATENE RELAZIONALI)

In risonanza con gli arti e con la nostra modalità relazionale, AL e PL si esprimono soprattutto sul piano frontale dell’adduzione abduzione e orizzontale delle rotazioni e hanno un’azione preponderante sugli arti e sulle cinture.

Nell’eccesso, intervengono nei movimenti di torsione delle cinture e nei movimenti di rotazione del tronco, il che determina spesso uno schema asimmetrico:

- Postero-laterale PL

- Antero-laterale AL

Un sesto paio di catene antero-posteriori AP si associa alla PA, essendo ugualmente presente sull’asse orizzontale.

LE CATENE COMBINATE

Le tipologie pure sono rare mentre sono frequenti quelle combinate, che si tratti di combinazioni tra strutture dell’asse verticale e dell’asse orizzontale o tra catene dello stesso asse.

NOZIONI SULL’ONDA DI CRESCITA

Le diverse strutture descritte da GDS si mettono in ordine nel corpo durante la piccola infanzia attraverso una successione di sequenze secondo un ordine preciso, questo incatenamento è illustrato dall’immagine dell’onda che nominiamo “onda di crescita” (G. Denys-Struyf). Quest’onda di crescita s’installa dal periodo fetale fino circa l’età di sette anni. Si tratta di una vera struttura psico-corporea a partire da una successione di esperienze ambientali (fig.2).

AZIONE DELLE CATENE A LIVELLO DEL PIEDE

AM: l’avampiede AM è portato in valgismo e il retropiede in varismo, struttura che chiamiamo torsione fisiologica del piede (fig. 3).

In eccesso, l’avampiede diventa largo per adduzione del primo metatarso e valgismo dell’alluce. Il soggetto in AM è in appoggio sul retropiede.

PM: la PM gioca un ruolo primordiale nel mantenimento della volta plantare. Nell’eccesso, il piede è in cavismo per verticalizzazione del calcagno e flessione dei metatarsi, di seguito le dita si retraggono in una posizione detta “a martello” (fig. 4). I soggetti in PM sono in appoggio sull’avampiede.

AL: il piede AL è caratterizzato da un avampiede stretto e in “Quintus varo” che obbliga il quinto dito a passare sotto il quarto. Inoltre, il restringimento dell’avampiede fa risalire la base dell’alluce favorendo una forma di alluce valgo (fig.5).

Il piede AL è un “falso” piede piatto (in carico), perciò gli archi trasversali del piede sono esagerati nonostante il valgismo globale del piede.

PL: lo “scollamento” del quinto metatarso è un’impronta specifica di PL (fig.6). Gli archi trasversali del piede PL sono affossati, esso è in valgismo, è un “vero” piede piatto (in carico e scarico), l’astragalo è affossato in avanti, l’avampiede è largo e steso.

PA-AP: nei soggetti in PA l’appoggio sarebbe il più equilibrato tra il retro e l’avampiede. Lo stesso succede per i soggetti AP che hanno tuttavia una tendenza allo steppage nella marcia.

MATERIALI E METODI

SELEZIONE DELLA POPOLAZIONE

Questo studio è stato realizzato grazie al permesso speciale del ministero della difesa dell’esercito libanese: sono stati reclutati 109 soldati (maschi), “guardiani” dell’armata libanese, nella regione del nord. Secondo le regole private dell’arma, il lavoro è stato eseguito nell’ambulatorio militare e condotto insieme a ufficiali.

MATERIALI

Il materiale di valutazione contiene:

- Scheda individuale dell’esame clinico

- Bilancia

- Podoscopio

- Esame baropodometrico

- Camera canon

- Software SAPO

- Una palestra

PROCEDURA

Tutti i soggetti hanno beneficiato di un esame dettagliato attraverso test specifici, con l’obiettivo di precisare la percentuale di appoggio nei settori del piede, il tipo di impronta plantare con la posizione del centro di gravità e di rivelare la tipologia di ognuno secondo la metodica GDS:

- Esame podoscopico (fig. 7)

- Esame baropodometrico (fig. 8)

- Analisi SAPO (fig. 9)

- Test delle impronte specifiche di ogni catena GDS.

PRESENTAZIONE DEI RISULTATI

Il grafico 1 mostra la percentuale del numero di soggetti per ogni tipologia delle catene GDS secondo la regione d’iper-appoggio al livello dei due piedi “settore avanti/dietro”. Il grafico 2 mostra la media della percentuale di appoggio dei settori avanti/dietro dei due piedi nei soggetti di ogni tipologia delle catene GDS.

Abbiamo utilizzato il test “one-way ANOVA” (SPSS) per il significato statistico della comparazione tra i gruppi delle tipologie GDS per le variabili di: età, età professionale, IMC, numero di scarpe, superficie di appoggio plantare due piedi, pressione plantare massimale, pressione media dei due piedi, percentuale di appoggio del piede (sinistro, destro, settore avanti sinistro e retro sinistro, settore avanti destro e retro destro), percentuale di appoggio dei due piedi, settore avanti e settore retro. Il test “Crosstabs (chi-square)” è stato utilizzato per individuare il significato statistico della comparazione tra i gruppi delle tipologie GDS e: il tipo di impronta plantare e la localizzazione del centro di gravità. La comparazione della ripetizione della percentuale di appoggio dei settori avanti/dietro dei due piedi secondo cui ogni tipologia delle catene GDS è statisticamente rilevante.

DISCUSSIONE

In questo studio sono stati presi 88 soldati di sesso maschile che hanno un età tra 18 e 52 anni, l’età professionale tra 1 e 31 anni, il peso tra 50 e 128 kg, la statura tra 154 e 188 cm, l’IMC tra 18.25 e 42.77 kg/cm e infine il numero di scarpe tra 37 e 45.

66% dei soggetti è in iper-appoggio sul retropiede contro il 34%in iper-appoggio sull’avampiede (comparazione significativa, p=0,002838).

42% dei soggetti ha la tipologia d’impronta plantare normale contro 37,5% di tipo cavo e 20,5% di tipo piatto (comparazione significativa, p=0,032723).

I risultati riguardo alla localizzazione del centro di gravità non sono statisticamente comparabili (comparazione non significativa, p=2,3123E-13).

Per quanto riguarda le tipologie delle catene GDS hanno rilevato la presenza di otto tipologie “PM, AL-PM, PL-PM, AM, PL-AM,PA-AP, PA, AP” (comparazione significativa, p= 0,005191). Notiamo l’assenza delle tipologie AL-AM, AL pura e PL pura. La domanda da porsi: questo risultato è legato al sesso del campione preso in esame, al genere di lavoro oppure a cause psicologiche? (struttura familiare, ereditarietà ecc)

Nb. Lo stato fisico (sportivo), la quantità di alcool e di tabacco consumati dai soggetti sono stati menzionati nella tabella sinottica senza calcolare gli effetti che hanno sulla postura, l’impronta e l’appoggio.

Questo lavoro rivela che la maggioranza dei soldati (42,2%) ha una tipologia caratterizzata dal bisogno di azione, di abilità e di performance, 23,9% è caratterizzato dall’emotività, 21,66% dal bisogno di affetto e comunicazione, 7,96% dal bisogno d’ideale quando si giunge a gradi magistrali e infine dall’impulsività (4,6%) che può essere una conseguenza alla limitazione dei diritti personali per obbedienza alla disciplina militare. Questi risultati presentano l’esistenza di numerose diverse caratteristiche psicologiche che collaborano con l’idea di Hamon A (1989) che prende in carico la “psicologia del militare professionista” in Francia: (... l’ambiente sociale e gli stages di preparazione militare agiscono sulla personalità del soldato per attenuare le mosse che seguono l’interna disposizione di ognuno...).

Secondo il concetto GDS, la strutturazione psico-corporea s’installa all’età di sette anni dopo una successione di esperienze ambientali (Campignion Ph. 2009) il che è confermato dai risultati che rivelano l’esistenza di una tipologia caratterizzata dall’emotività (AP 23,9%, media dell’età professionale 5,95+-6,92 anni) tra i soldati, quindi la postura non era influenzata dal tipo di lavoro.

Le statistiche rivelate evidenziano una correlazione indicativa tra percentuale di appoggio plantare e postura statica.

I risultati statistici ottenuti in questo lavoro si dividono tra conformità e contraddizione rispetto al concetto GDS.

Per quanto riguarda l’appoggio plantare, Mme Struyf impone che:

- I soggetti della tipologia PM sono in appoggio sull’avampiede mentre in questo studio l’appoggio dei soggetti PM è concentrato sul retropiede.

- I soggetti della tipologia AM sono in appoggio sul retropiede mentre in questo studio l’appoggio dei soggetti AM è concentrato sull’avampiede.

- I soggetti della tipologia PA-AP sono in appoggio sul retropiede , il che è conforme con i risultati ottenuti in questo studio (100%).

- I soggetti della tipologia PA sono in appoggio sull’avampiede, il che risulta conforme con i risultati ottenuti in questo studio (100%).

- I soggetti della tipologia AP sono in appoggio sul retropiede, il che è conforme con i risultati ottenuti in questo studio.

Abbiamo rilevato che la maggior parte dei soldati è in eccesso di tensione mio-fasciale a livello delle catene muscolari che determinano malformazioni a livello degli arti e della colonna vertebrale.

CONCLUSIONI

Il concetto GDS motiva il podologo ad allontanare il suo naso da ”l’albero podale” per vedere tutta la “foresta corporea”.

Evidenziare una tipologia GDS attraverso un esame podologico isolato rimane sempre vago.

Il terapista deve esaminare ogni paziente secondo la nozione de “l’uomo totale”: deve esaminare le impronte di ogni catena muscolare lungo tutto il corpo, per stabilire una sintesi integrale.

Questo lavoro raccomanda di rallentare il legame tra il piede e il corpo intero, e impone la necessità di un ulteriore studio che possa verificare che il lavoro sulle catene è in grado di agire direttamente sul piede.

Raccomandiamo l’introduzione di sedute regolari di presa di coscienza e di ricostruzione posturale secondo il metodo GDS nel programma dell’armata come prevenzione all’installarsi di tensioni muscolo-aponeurotiche e per evitare l’effetto nocivo degli eccessi di conflitto tra le catene nei soldati.

Per un successivo studio, si raccomanda di aumentare il numero di soggetti da coprire i due sessi e aprire una finestra che chiarisca l’influenza del lato dominante e mirato delle professioni, altre all’armata nella società civile.

COMMENTO DI JEAN-MICHEL SAMPER, PODOLOGO INSEGNANTE DEL CONCETTO DELLE CATENE GDS ADATTATE ALLA PODOLOGIA, PARIGI

La nozione delle catene muscolari e articolari GDS è stata perfettamente descritta in questo testo: la descrizione delle catene dell’asse verticale, dell’asse orizzontale, la nozione di feudo, residenza, fulcro primario, masse e intermasse.

Questa metodica proviene dalla kinesiterapia e la sua applicazione alla podologia può necessitare un certo adattamento soprattutto sulla funzione, tanto nella statica quanto nella dinamica, del piede. Mi sembra quindi pertinente, nell’approccio della podologia, di apportare alcune precisazioni a queste nozioni.

La stazione eretta immobile è, da un punto di vista biomeccanico, il mantenimento in equilibrio di una struttura multi-segmentata naturalmente instabile. Questa instabilità è osservabile dagli appoggi plantari al suolo. Prende origine dai muscoli antigravitari che, lavorando in modo irregolare, hanno in carico il mantenimento posturale dei segmenti tra loro. Il risultato di queste attività regolatrici di controllo inter-segmentario si esprime con il mantenimento del centro di massa (CdM) tale che la sua proiezione verticale si proietti all’interno del poligono di sostentamento formato dall’appoggio dei piedi al suolo. L’osservazione dei problemi posizionali del CdM è la base dell’analisi del podologo: la diagnosi è operatore-dipendente. Gli strumenti di misura, soprattutto delle pedane baropodometriche, permettono al terapista di identificare con precisione le disfunzioni dell’apparato locomotore.

Più precisamente, le piattaforme informatizzate ci offrono le informazioni sul Centro di Massa, sulla pressione plantare media (Pmoy) e sulla localizzazione della pressione massimale (Pmax).

Riguardo alle catene dell’asse verticale GDS, una postura PM si materializza sulla piattaforma (Fig. 11) con un CdM (tondo bianco) e un Pmax (croce bianca) sulla parte anteriore del piede: l’appoggio è quindi anteriore (Pmax) con uno sbilanciamento globale del Centro di Massa verso avanti (CdM).

All’opposto, una postura AM si ritrova sulla piattaforma (fig. 12) con un CdM e una Pmax sulla parte posteriore (Pmax), con uno sbilanciamento globale del Centro di Gravità verso dietro (CdM).

I risultati ottenuti in questo studio sembrano indicare una contraddizione rispetto alla localizzazione degli appoggi per le posture PM e AM.

Per rispondere a questa incoerenza, è importante specificare che le catene muscolari si controllano in maniera reciproca. L’AM nel suo feudo il torace controlla la posizione dello sterno per favorire l’ancoraggio di T8 all’apice della cifosi. La stessa cosa succede a livello del piede, dove l’AM, con il muscolo adduttore dell’alluce controlla l’ancoraggio del primo metatarso e dell’alluce necessario a conservare la funzionalità dell’intermassa principale del piede vale a dire la volta plantare.

Siamo quindi in presenza di una coppia di catene che si controllano reciprocamente. Quest’aspetto ci porta alla nozione importante di reattività di una catena di fronte all’eccesso della sua antagonista. Da questo punto di vista, la piattaforma baropodometrica non è in grado di indicare se l’immagine registrata appartiene a una catena causale o a una reattiva. È il lavoro indispensabile del terapista che deve fare la differenza mettendo insieme il flash osservato con le impronte del corpo e la rigidità messe in evidenza.

Osserviamo spesso nel nostro studio questo tipo di contraddizione, soprattutto tra la catena PM e PA-AP. Più generalmente, siamo spesso confrontati ad una tipologia strutturale PA-AP che classifichiamo come “catena causale” sottesa ad una PM.

Per classificare la PA-AP in catena causale, questa deve marcare il corpo con impronte specifiche (rettitudine cervicale, lordosi lombare e interscapolare, bacino in contro-nutazione globale) a livello del tronco: sono queste impronte a firmare la postura della catena PA-AP.

In opposizione, la catena PM cacciata dal tronco “reagirà” a livello degli arti inferiori e soprattutto a livello del piede. Attraverso muscoli flessori delle dita e dell’alluce che aggrappano le dita al suolo, la PM cerca di lottare contro l’eccesso di PA-AP. Questo provoca uno spostamento anteriore del CdM intorno alla tibio-tarsica.

La PM quindi reagisce alla PA-AP orientando le pressioni plantari verso la parte anteriore. A livello baropodometrico, questo mostra una dissociazione tra la posizione del CdM (punto bianco) e la posizione del Pmax (croce bianca).

Più precisamente, l’eccesso della catena causale PA-AP applica una Pmax a livello dei talloni. In reazione a quest’eccesso di pressione talloniera, la catena PM proietta il corpo verso avanti, anteriorizzando anche il CdM.

In una reazione eccessiva della PM che s’installa nel tempo, possiamo trovare anche un’impronta informatizzata di tipo PM (CdM e Pmax anteriori) su un terreno strutturale PA-AP (fig. 13).

Così, i risultati di questo studio possono essere sfumati riguardo alla localizzazione degli appoggi del piede. Il controllo reciproco delle catene è una nozione essenziale per capire certe incoerenze. Gli strumenti diagnostici, come le piattaforme baropodometriche, sono aiuti per il terapista. Pertanto, la diagnosi si basa sull’interpretazione delle impronte informatizzate e la comprensione del terreno predisponente, forza delle catene muscolari e articolari GDS.

Autore: Sawsan Dahaby Nahle Fisioterapista, master professionale in fisioterapia “presa di coscienza podalica” all’LGU (Lebanese German University) partner della scuola di Podologia di Marsiglia. Tripoli, Libano

Traduzione a cura di: Margaux Lamaro

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Traduzione di: Margaux Lamaro
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