Cosa significa la parola mito?
Come possono essere classificati i miti?
Come venivano tramandati i miti?
Nel corso dei secoli, inoltre, il mito poteva subire delle variazioni o arricchirsi di dettagli e aggiunte. Di uno stesso mito, infatti, possono esistere numerose versioni con finali del tutto diversi. Il mito non va considerato come un fossile, ma è un repertorio di tradizioni e credenze che poteva essere sempre rifunzionalizzato.
Qual è la struttura del mito?
La struttura del mito è molto simile a quella di altri tipi di narrazione e prevede: una situazione iniziale; uno svolgimento, in cui si narrano gli eventi principali e agiscono i vari personaggi; una situazione finale o conclusione.
Quali sono i protagonisti del mito?
- Uomini comuni;
- Dei, semidei, eroi;
- Creature fantastiche o mostruose.
Quali sono le caratteristiche del TEMPO e dello SPAZIO?
- Il TEMPO è per lo più INDETERMINATO, molto lontano, per conferire alla narrazione un valore perenne, di eternità;
- I LUOGHI sono spesso aperti e immaginari, ma posso fare da sfondo al mito anche scenari di guerra o viaggi.
Com'è il linguaggio adoperato nel mito?
Poiché i miti erano tramandati ORALMENTE, chi li narrava doveva ricordarli facilmente e chi li ascoltava doveva comprenderli senza difficoltà. Il linguaggio del mito è, quindi, caratterizzato da frasi brevi e semplici, ricche di ripetizioni, in modo tale da favorire la memorizzazione. Frequenti sono anche le similitudini che, attraverso dei paragoni, chiariscono concetti complessi.
Si tratta del mito del Minotauro, figlio di Pasifae e di un toro inviato dal dio Poseidone. Già sposa di Minosse, re di Creta, Pasifae partorì una creatura mostruosa, metà uomo e metà toro. Il Minotauro fu rinchiuso nel Labirinto del palazzo di Cnosso, costruito da Dedalo. La storia narra che il Minotauro si cibasse di sette fanciulli e sette fanciulle, inviati dalla città di Atene come tributo a Creta. Fu l'eroe Teseo, figlio del re greco Egeo, a porre fine a questa situazione, uccidendo il Minotauro, grazie all'aiuto della bella Arianna, figlia di Minosse.
I canti relativi alla Guerra di Troia e al viaggio di Ulisse furono raccolti intorno all'VIII sec. a.C. da un aedo di nome OMERO. Omero, della cui esistenza molti studiosi dubitano fortemente, avrebbe rielaborato la tradizione orale dei canti mitici, componendo i due POEMI EPICI più importanti dell'antichità: L'ILIADE (< Ilio: Troia) & l'ODISSEA (<Odisseo: Ulisse).
Ma cosa significa EPICA e cosa narra?
Chi erano i destinatari dell'epica?
L'epica era una forma di intrattenimento che ebbe grande successo presso il pubblico antico. Le persone erano solite radunarsi nelle corti dei palazzi o nelle piazze delle nascenti poleis per assistere alle performance degli aedi. L'epica, infatti, è una poesia concepita e destinata a una collettività, che ne condivide valori, credenze e usi.
Quali sono i personaggi dell'epica?
I protagonisti dei poemi omerici sono eroi, termine che deriva dal greco e che originariamente significava "guerriero, nobile". Successivamente la parola passò a designare un uomo coraggioso, forte e leale, esemplare per la società.
In quali occasioni agiscono gli eroi?
- In guerra: sfide, duelli, imprese;
- In viaggio: avventure eccezionali, incontri con esseri mostruosi o dotati di poteri sovrumani.
Quali erano i tratti distintivi dell'eroe? L'eroe omerico era:
- Agathós "buono", nel senso di nobile e virtuoso;
- Kalós "bello": per i Greci alla bellezza esteriore corrisponde sempre la perfezione interiore ("bello" quindi "giusto", "virtuoso").
Su cosa si fonda il suo modello comportamentale?
- Sul coraggio, sull'individualismo (deve sempre emergere il valore del singolo) e sull'onore.
Le gesta degli eroi hanno come unico scopo il raggiungimento della GLORIA, unica vera fonte di immortalità, capace di tramandare le loro imprese attraverso i secoli.