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IN CAMMINO preghiera martedì 24 marzo

La Piscina di Betzaeta di Gerusalemme

«Voi che avete sete, venite alle acque», dice il Signore; «anche voi, che non avete denaro, venite, e dissetatevi con gioia».

Leggi il brano con grande attenzione. Presta ascolto a quali parole o versetti ti suscitano reazioni interiori significative e soffermati gustandone il sapore. Interroga il testo cercando di coglierne il messaggio essenziale (cosa rivela di Dio, dell'uomo, del mondo, dei valori fondamentali?) Colto il messaggio, applicalo alla tua vita. Che cosa ti dice il testo?

Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.

Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"». Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina"?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Quanta tristezza ci capita di scorgere su tanti volti che incontriamo. Quante lacrime vengono versate ad ogni istante nel mondo; una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione. Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini… Ci sono occhi che spesso rimangono fissi sul tramonto e stentano a vedere l’alba di un giorno nuovo. Abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto. (Papa Francesco)

Rit.: Donaci un cuore di carne, Signore!

Signore, rendici vigilanti sui pensieri che si insinuano nel nostro cuore, impedendoci di riconoscere e di gioire per i segni della tua vicinanza alla nostra vita.

Signore, guarisci ciò che paralizza il nostro spirito, rendendolo incapace di camminare con slancio sulle vie nuove che tu apri davanti ai nostri passi.

Signore, il tuo dono torni a rendere vivo e vitale ciò che in noi è come morto: liberaci sopratutto dai giudizi senza misericordia con cui condanniamo fratelli e sorelle.

Padre nostro...

Con fiducia rivolgiamo la nostra preghiera alla Vergine Maria, invocata con il titolo di 'Madonna delle Lacrime'.

Madonna delle Lacrime guarda con materna bontà al dolore del mondo! Asciuga le lacrime dei sofferenti, dei dimenticati, dei disperati delle vittime di ogni violenza. Ottieni a tutti lacrime di pentimento e di vita nuova, che aprano i cuori al dono rigenerante dell’amore di Dio. Ottieni a tutti lacrime di gioia dopo aver visto la profonda tenerezza del tuo cuore. Amen.

Maria Teresa Abignente, riflette sulla paura di abituarsi a vivere senza gesti d'amore. Davanti a questo pericolo, però, una via d’uscita c’è: sta nel nostro cuore: «Esercitiamoci – dice Maria Teresa - a mandare pensieri d’amore alle persone, esercitiamoci ad amare con lo sguardo, utilizziamo la nostra creatività per esprimere i nostri sentimenti. Come dice il verso di una poesia di Jan Twardovski: affrettiamoci ad amare. È questa la cosa più importante».

Credits:

Creato con immagini di Holger Link - "Summer Holiday" • Aliyah Jamous - "untitled image"