Narrami, o Musa, l’uomo dall’agile mente che a lungo andò vagando, poi che cadde Troia, la forte città, e di molte genti vide le terre e conobbe la natura dell’anima, e molti dolori patì nel suo cuore lungo le vie del mare, lottando per tornare in patria coi compagni, che per loro follia (come simili a fanciulli!), non poté sottrarre alla morte, poi che mangiarono i buoi del Solo, figlio del cielo, che tolse loro il tempo del ritorno. Questo narrami, o dea, figlia di Zeus, e comincia di dove tu vuoi.
Il poema epico omerico racconta il ritorno (nostos) degli eroi greci dopo la conquista di Troia, in particolare quello di Ulisse/Odisseo (da qui il nome del poema), diretto all’isola di Itaca. Un percorso che avrebbe dovuto richiedere solo poche settimane si trasforma, a causa dell’ostilità degli dei , in un’avventura di dieci anni. In totale, compreso l’assedio a Troia, l’eroe sta lontano da casa per vent’anni. Un tempo molto lungo, tanto che, al suo ritorno, Ulisse/Odisseo sarà riconosciuto solo dal cane Argo.
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