Capalbio Antico borgo medievale nel cuore della maremma tra le colline ed il mare

Situato a circa 45 km dal capoluogo Grosseto, è il comune più a sud della Toscana continentale. Per il contesto ambientale in cui si trova e per l'importanza storico-artistica assunta in epoca rinascimentale, Capalbio è stata soprannominata anche la piccola Atene. Inoltre il comune è stato premiato con le 5 vele e la prima posizione nella Guida Blu di Legambiente-Touring Club Italiano 2007 per la tutela e la gestione oculata delle sue spiagge, del paesaggio e dell'ambiente circostante.

L’ultima spiaggia è tra le prime dieci spiagge della Toscana consigliata dalla “guida blu” di Lega Ambiente per il 2006 e per il 2010.

Un po di storia

Il Castello di Capalbio faceva parte della donazione all'Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane nell'805 da parte di Carlo Magno. In seguito Capalbio passò alla Repubblica di Siena, cadendo sotto il dominio degli Orsini. Si tratta di un periodo economicamente florido, durante il quale vengono realizzate opere importanti e arricchito il possedimento con mura, case, chiese e viene completata la Rocca, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobaldeschi. Le condizioni economiche subiscono un blocco a causa di diversi fattori tra cui l'insalubrità della zone paludose. L'aria malsana, comunque, è uno dei più gravi problemi che tutta la Maremma deve affrontare durante il XVII secolo e infatti avviene lo spopolamento dovuto alla malaria. Dopo la seconda guerra di indipendenza Capalbio passa sotto il Regno d'Italia e l'agricoltura è ancora caratterizzata da estese proprietà fondiarie. Nel 1952, con l'applicazione della riforma agraria, preceduta dalla creazione nel 1951 dell'Ente Maremma, si ha un moderno sviluppo dell'agricoltura e nel 1960 Capalbio ottiene la propria autonomia amministrativa.

Mura di Capalbio, costituite da una doppia cinta con camminamenti di ronda a livelli differenti, racchiudono il borgo medievale, caratterizzato da suggestivi vicoli fiancheggiati da edifici in pietra. Proprio fuori delle porte cittadine, si trova una statua dell'artista franco-americana Niki de Saint Phalle, la "Nana-Fontaine".

La Rocca aldobrandesca di Capalbio è situata nel punto più alto del borgo ed è costituita da una torre e da un elegante palazzo signorile, addossati tra loro su un lato. La torre costituisce il nucleo originario del complesso e si presenta a sezione quadrangolare poggiante su un basamento a scarpa cordonato; la parte alta è coronata da una merlatura sommitale che poggia su mensole che racchiudono archetti ciechi.

Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, viaggio in una delle meraviglie della toscana, un parco artistico con statue ispirate alle figure degli arcani delle carte a Garavicchio, è stato ideato dall' artista franco-statounitense Niki De Saint Phalle. Con l'aiuto di altri artisti ha costruito 22 figure in accaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e cermaiche. La costruzione del giardino è iniziata nel 1979 e finì nel 1996, l'opera si estende per 2 ettari di terreno e costituisce una vera e propria città magica.

Il lago di Burano è una laguna salmastra costiera all'estremità meridionale della Maremma grossetana, nel comune di Capalbio. Una parte del lago e delle zone limitrofe forma anche parte dell'oasi WWF del Lago di Burano. Nel 2005, sia il lago di Burano che la duna del lago di Burano sono stati indicati come siti di interesse comunitario dal Ministero dell'Ambiente.

I ruderi di Capalbiaccio

Il complesso sorse nel corso del XII secolo come possedimento dell'abbazia delle Tre Fontane di Roma che lo cedette agli aldobaledeschi. Alla fine del Duecento l'intero complesso fortificato fu ereditato dagli Orsini di Pitigliano, che vi esercitarono il controllo fino agli inizi del Quattrocento. Entrato a far parte del territorio della Repubblica di Siena, ne fu decisa l'immediata distruzione. Il castello di Capalbiaccio si presenta sotto forma di ruderi, recuperati in gran parte grazie all'intervento di esperti internazionali dell'archeologia medievale.

I piatti tipici

Acquacotta

Cinghiale alla Cacciatora

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