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La Nutazione Pelvica: il Punto di Vista Biomeccanico-Comportamentale

In questo articolo si pone l’accento sui movimenti che compie la sacroiliaca, articolazione posta al “centro del centro del corpo”, perno fondamentale della zona chiusa in quel pentagono rovesciato che simbolicamente rappresenta il centro dell’uomo-ruota, una delle strategie più efficaci dell’arsenale terapeutico tipico del GDS.

I movimenti che avvengono sulla articolazione sacro-iliaca che condizionano la mobilità e la statica del Bacino, sono detti Nutazione e Contronutazione.

L’ articolazione sacro-iliaca è un’anfiartrosi, posta tra la faccetta articolare sacrale dell'osso iliaco e la faccetta articolare iliaca dell'osso sacro.

La sua forma è quella li L rovesciata, con un lungo braccio e un piccolo braccio. Il lungo braccio serve per far risalire l’iliaco accorciando l’arto inferiore durante la nutazione causata dalla catena PL, il corto braccio serve per posteriorizzare l’iliaco rispetto al sacro durante il succitato movimento.

Al contrario, durante la contronutazione causata dalla catena AL abbiamo una anteriorità iliaca per opera di un movimento che passa dal corto braccio e un abbassamento dell’osso iliaco che si muove sul lungo braccio della superficie auricolare della sacro iliaca, che permette un allungamento dell’arto inferiore.

Sebbene ricordi vagamente la forma di un anacardo, la superficie articolare sacroiliaca nelle dissezioni appare differente, a seconda che siamo in presenza di un bacino AM oppure nel caso di un bacino PM, dove appare meno incrostata di quelle AM e dalla forma più longilinea, adatta più ad una dinamica di movimento, caratteristica dei soggetti PM.

Un buon modo di ricordarne la forma, con i suoi due bracci, e il suo posizionamento all’ interno del bacino, è quella di mimarne la posizione emulando una pistola rovesciata come in figura qui sotto.

Ciascuna delle due faccette articolari è rivestita da un sottile strato di cartilagine ialina che costituisce la cartilagine articolare. Inoltre l'articolazione possiede una propria capsula articolare che si tende tra i margini delle cartilagini articolari.

Nella maggior parte dei casi tra le due faccette articolari si interpone un esile disco articolare fibrocartilagineo i cui margini si inseriscono sulla capsula articolare, formando così un'anfiartrosi. Tuttavia in alcuni casi il disco articolare può essere assente e in tal caso l'articolazione costituisce una vera e propria artrodia la cui capsula articolare è rivestita da membrana sinoviale.

Legamenti intrinseci

La capsula articolare dell'articolazione sacroiliaca è rinforza da tre legamenti intrinseci:

  • Legamento sacroiliaco anteriore, che origina dalla superficie anteriore dell'osso sacro e si inserisce nella parte mediale della fossa iliaca.
  • -Legamento sacroiliaco posteriore, che origina dalla cresta sacrale laterale e si inserisce sul margine posteriore dell'osso iliaco nello spazio compreso tra le spine iliache posteriori.
  • -Legamento sacroiliaco interosseo, o legamento assile, che si tende tra la tuberosità sacrale dell'osso sacro e la tuberosità iliaca dell'osso iliaco. Questo è il legamento secondo gli osteopati, attorno al quale avverrebbe la flesso-estensione sacrale durante il Meccanismo Respiratorio Primario. Gli studenti GDS, sanno bene invece quale sia la delicata funzione di tale legamento.

Legamenti estrinseci

L'articolazione possiede inoltre tre legamenti estrinseci:

Legamento ileolombare, che si tende tra l'apice del processo costiforme della quinta vertebra lombare e la spina iliaca posteriore superiore. Offre inserzione al muscolo quadrato dei lombi.

Legamento sacrospinoso, o piccolo legamento sacro-ischiatico, che origina dal margine laterale dell'ala del sacro e dall'abbozzo del processo trasverso del coccige e si inserisce alla spina ischiatica. Esso contribuisce a trasformare la grande incisura ischiatica in grande foro ischiatico.

Legamento sacrotuberoso, o grande legamento sacro-ischiatico che origina dal margine posteriore dell'osso iliaco, nella porzione compresa tra le spine iliache posteriori, e dal margine laterale dell'ala del sacro per inserirsi alla tuberosità ischiatica. Esso contribuisce, assieme al legamento sacrospinoso, a trasformare la piccola incisura ischiatica in piccolo foro ischiatico.

Il legamento sacrotuberoso ed il legamento sacrospinoso costituiscono nel complesso il legamento sacroischiatico.

Cosa è la Nutazione

Nutazione è una parola che proviene dal mondo ostetrico: significa “apertura” del quadro osseo del bacino per permettere l'espulsione del feto durante il parto.

In sostanza si apre tutto ciò che sta sotto la linea innominata (detto “piccolo bacino”), mentre assistiamo ad un ripiegamento della zona al di sopra della suddetta linea (“grande bacino”).

Essa può essere composta da una:

  • Nutazione iliaca , dove gli ischi e le branche ischio-pubiche si aprono su un piano essenzialmente frontale e cranio-caudale e le ali iliache si ripiegano su se stesse in un movimento di conversione posteriore (retrobascula iliaca/rotazione posteriore + in flare iliaco)
  • Nutazione sacrale, dove il sacro aumenta il suo angolo di inclinazione, superando i canonici 51° e aprendo su un piano puramente sagittale il passaggio all'espulsione del feto durante il parto.

Nutazione e contronutazione (il suo movimento opposto) sono presenti non solo al momento del parto, ma in tutte le posizioni della vita quotidiana, assicurando elasticità e adattabilità alla zona del bacino. Il bacino deve essere adattabile e al contempo stesso stabile per offrire una solida base per i movimenti della colonna.

La posizione del quadro osseo pelvico influisce sulla tonicità ed elasticità dei muscoli del pavimento pelvico in un preciso modo ben descritto da GDS.

La catena nutante a livello iliaco è rappresentata dalla PL, con tutti i suoi muscoli pelvitrocanterici

Le forze nutanti a livello sacrale arrivano dalla catena PM con i suoi paravertebrali e la massa comune

La catena contronutante che agisce sull' osso iliaco è la AL, con il piccolo gluteo, il sartorio che ha punto fisso in basso durante la statica e il gran dorsale porzione iliaca

Le forze contronutanti a livello sacrale arrivano dalla catena AM, come si vede in figura 3, con i muscoli del pavimento pelvico che serrano sì trasversalmente gli ischi, ma agiscono sul sacro e sul coccige tramite il piriforme ( con punto fisso trocanterico) e con gli ischio-coccigei che, con un’azione combinata sul piano antero-posteriore, avvicinano il sacro al pube.

Molti confondono o associano la nutazione/contronutazione con la antiversione o retroversione pelvica.

È bene sapere che nutazione e contronutazione avvengono attorno ad un asse bi-sacro-iliaco.

Altra cosa è la antiversione/retroversione del bacino che, al contrario della nutazione/contronutazione, avviene su un asse bi-coxofemorale.

Facendo riferimento alle misure prese da Godelieve Denys- Struyf sulle varie tipologie pelviche, troviamo che la misura di riferimento sia quella indicata dal rombo di Michaelis qui sotto riportato in figura:

Come si vede la misura tra le SIPS (spine iliache postero superiori) è di 9,5 cm, e la distanza tra la cima della piega glutea e la spinosa di L5 deve essere 11 cm, qualunque sia la taglia del soggetto.

Ricordo bene che da studente, comparando il rombo di un collega alto m1,65 con quello del sottoscritto, alto 200 cm, questo poligono risultava di dimensioni leggermente maggiori del mio.

Con queste preziose misure di riferimento e dopo aver ben compreso la biomeccanica dei movimenti sacroiliaci detti nutazione e contronutazione, possiamo stilare la rassegna delle varie tipologie pelviche posizionali che rappresentano “l’acquisito” dei nostri pazienti.

Se una persona a) porta in dono un corredo genetico non modificabile (o solo parzialmente, tramite l’epigenetica), b) giunge ai nostri studi con una sua storia personale, fatta di pagine scritte, di tappe neuro-psico-motorie ben acquisite o saltate a piedi pari, emozioni e traumi, o strategie di copia vincenti, e infine c) ci mostra solo quello che vuole mostrarci di sé stesso,

Allora, a livello pelvico:

“L’innato” (corredo genetico) è formato dalla forma del sacro (“stato” in osteopatia), “l’acquisito” (storia personale) è formato dal posizionamento che si evince dal rombo di Michaelis, “la facciata” è rappresentata dal “flash posturale”, ossia come si atteggia a livello posturale quando lo mettiamo in piedi davanti alla verticale di Barré, se è anteriore (PM), posteriore alla linea (AM) o esattamente in linea (PAAP).

A cosa serve sapere queste cose?

Con questi dati abbiamo già una prima griglia di comprensione del nostro paziente, sappiamo se egli vive una vita che lo compete o se sta vivendo una vita non sua, ad imitazione di altri modelli o semplicemente forzata dagli eventi legati alla sopravvivenza.

Con un occhio attento, e usando una metafora che proviene dall’ automobilismo, possiamo intuire, in altre parole, se egli sia una “Ferrari” (innato PM) che sia comporta da Ferrari, con scatti, frenate e accelerazioni improvvise, oppure se al contrario sia una Rolls-Royce ( innato AM) , fatta per viaggiare comodi in autostrada, ma che purtroppo alla posizione di guida presenti un “autista” che pensa di essere su una Ferrari e ne usi il veicolo secondo una guida sportiva (acquisito PM)

Questo tipo guida scellerato naturalmente risulta dannoso alla vettura, e i danni non tarderanno a venire (artrosi, usura articolazioni, insonnia, accidenti cardio-vascolari ecc).

Tanto maggiore sarà la divergenza tra il Progetto dell’individuo e la vita che sta vivendo, e tanto maggiori saranno le possibilità di infortunarsi, con un tipo di guida non adatto.

Al contrario, tanto più il comportamento dell’individuo ricalcherà la linea genetica per la quale egli è stato progettato, tanto più salubre sarà la vita che condurrà, al riparo da malattie e dolori articolari.

È anche questo aspetto, ossia il lato predittivo della Biomeccanica Comportamentale GDS, che rende grande questa metodica.

Leggendo sul corpo dei nostri pazienti le impronte utili alla comprensione del loro reale funzionamento biomeccanico, siamo in grado non solo di curare velocemente ed in modo sicuro i nostri utenti, ma sapremo anche percepire quelle deviazioni dalla linea genetica che, se intercettate in tempo, porteranno le persone che utilizzano i nostri servizi a vivere una vita piena, consapevole e felice.

Applicazioni pratiche: “Come sarebbe se..”

Ora immagina se potessi individuare tutte le tipologie delle persone che entrano nel tuo studio, nella tua palestra, nel tuo centro: immagina come si sentirebbero se si sentissero comprese da te, dai tuoi modi di fare, se potessi dare loro esattamente il tipo di trattamento che si aspettano di ricevere: puoi immaginare l’ascendente che acquisiresti sui tuoi pazienti se la tua immagine venisse percepita dai pazienti come loro desidererebbero vederti?

Immagina ora il contrario: pensa se tu applicassi una metodica senza rispettare le preferenze del paziente, in maniera cieca e reiterata. Riesci ad immaginare quanto potere perderesti sui tuoi pazienti?

“La forma delle ossa rivela il tuo modo di essere ed agire”, diceva Godelieve Denys Struyf; tutto passa dalla Biomeccanica e dalla Funzione, dalla forma e dal movimento: è esattamente il cuore del concetto comportamentale GDS che è riassunto in minima parte in questo articolo.

Grazie per la lettura.

Fabio Colonnello

Fisioterapista, Osteopata D.O., Biomeccanicista Comportamentale GDS

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Fabio Colonnello
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